mercoledì 17 dicembre 2014
venerdì 10 ottobre 2014
MaraNatura: AUTUNNO…PIEDI D’ORO 2014
MaraNatura: AUTUNNO…PIEDI D’ORO 2014: "La salute inizia dai piedi" La Reflessologia plantare è suggerita in questo periodo climatico, a chi ha bisogno di ri...
AUTUNNO…PIEDI D’ORO
"La salute inizia dai piedi"
La
Reflessologia plantare è suggerita in questo periodo climatico, a chi ha bisogno
di risultati tangibili in breve tempo.
I
trattamenti sono mirati alle sintomatologie dichiarate dalla persona in seduta.
Nei cambi di stagione tendenzialmente siamo tutti potenzialmente soggetti a raffreddori, naso
chiuso o colante, mal di gola e/o febbre, a squilibri a carico dell'apparato genitourinario specialmente in autunno. La stagione verso la quale ci stiamo incamminando ci induce a rallentare i nostri ritmi. Spesso si può percepire una svogliatezza mista a malinconia o tristezza
che ci blocca e trattiene dall'occuparci del nostro quotidiano con serenità, e voglia di fare.
equilibrio corpo-mente |
Il punto di forza della Reflessologia plantare è quello di lavorare contemporaneamente sul corpo e sulla mente donando da subito, una sensazione di benessere generale.
La Reflessologia plantare è una valida
risposta ai malesseri da raffreddamento per bambini, adulti, anziani e donne in
gravidanza dopo il terzo mese di gestazione.
Un metodo
efficace per rinforzare il sistema immunitario.
Un supporto attivo e migliorativo per tutti i dolori dell'apparato osteoarticolare e muscolare.
Efficace in caso di gonfiore, edema e gambe pesanti.
Efficace in caso di gonfiore, edema e gambe pesanti.
I trattamenti di
Reflessologia plantare sono abbinati a consigli alimentari, combinati in base al "terreno costituzionale delle persona" e ad altre tecniche: cromoterapia, coppettazione, auricoloterapia, idrotermofangoterapia. Durante il ciclo di sedute alcuni rimedi come oligoelementi, fitoterapia, floriterapia, oli essenziali ecc, vengono testati per coadiuvare il lavoro sulla disarmonia oggetto del consulto.
Il trattamento è anticipato da un'indagine/colloquio. Il Naturopata prima di ogni colloquio richiede esami recenti in presenza di patologie dichiarate, incidenti o altre informazioni utili per l'approccio al trattamento.
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mercoledì 9 luglio 2014
Adattamento e stress
La naturopatia utilizza il pensiero analogico
Si avvale di analogie che creano collegamenti tra fattori diversi
La malattia è una manifestazione fisica-funzionale che determina uno squilibrio all'interno del corpo
Ogni organismo sano è dotato della capacità di omeostasi è in grado cioè di mantenersi in condizioni di stabilità di fronte ai cambiamenti che si producono sia nell'ambiente che lo circonda, sia al proprio interno.
L'omeostasi è la condizione di stabilità interna degli organismi che deve mantenersi anche al variare delle condizioni esterne attraverso meccanismi autoregolatori. È il mantenimento della costanza di composizione chimica ottimale del plasma, del liquido interstiziale e del liquido intracellulare.
L'omeostasi biologica è una delle caratteristiche peculiari degli organismi viventi. Tutti gli apparati del corpo di un organismo vi partecipano, in quanto fondamentale per la sopravvivenza.
Il sistema omeostatico si basa su tre principali componenti, che assieme prendono il nome di meccanismo a feedback (retroazione):
* Recettore, che ha il compito di percepire le condizioni esterne e interne
* Centro di controllo, che decide come comportarsi, dopo aver confrontato la condizione rilevata dal recettore con quella ottimale
* Effettore, che esegue quello che gli viene ordinato dall'integratore
Il feedback può essere negativo quando l'organismo risponde contrastando l'effetto dello stimolo destabilizzante. (esempio: un abbassamento della temperatura provocherà una reazione tendente a innalzare la temperatura stessa). Il feedback invece è positivo, quando l'organismo risponde rinforzando l'azione dello stimolo iniziale invece di diminuirlo o rimuoverlo. Ciò destabilizza il sistema sino a quando un evento esterno al circuito a feedback arresta la risposta dell'organismo.
Questi meccanismi che il corpo mette in atto per adattarsi costituiscono per l'organismo un vero e proprio lavoro con grande dispendio di energia.
Il corpo è una meravigliosa macchina in grado di sopperire e risolvere tutte le situazioni che si trova ad affrontare. Nel caso in cui, il corpo venga meno nel compiere questo processo si parla del famoso stress, tanto nominato da tutti.... In realtà lo stress non è altro che la mancata capacità di adattamento del corpo ai cambiamenti siano essi esterni, ad esempio climatici (freddo caldo umido secco) o emozionali-spicologici (situazioni quotidiane di lavoro o famigliari, di cuore o quant'altro).
Gli imput ricevuti dall'esterno e portati all’interno vengono elaborati producendo uno squilibrio che il corpo non è in grado di compensare.
Prendiamo l'esempio della febbre per comprendere meglio come il corpo affronta una situazione.
A differenza di quello che la maggior parte delle persone crede la febbre, non è qualcosa da mandare via perchè si pensa sia negativa ma, è un meccanismo di difesa del corpo, in parole povere il corpo trovandosi in una situazione di squilibrio reagisce. Per entrare nello specifico: quando l'agente patogeno dell'influenza entra nel corpo questo accende l'infiammazione proprio per rendere l’ambiente inospitale e detossificare.
Un'altro esempio più banale per comprendere quanto il corpo sappia qual'è la cosa giusta: lo starnuto. Quando qualcosa entra nelle cavità nasali viene fermato in prima battuta dalla peluria all'interno delle narici questa è la prima barriera protettiva. Superata questa per allontanare il corpo produce o starnuto che per analogia cosa fa?..allontana!
Quando il corpo è in buona salute tutti questi meccanismi avvengono in maniera naturale e coordinata.
L'ideale sarebbe (ogni tanto qualcuno me lo dice) quando ci accorgiamo che il nostro organismo non risponde più come dovrebbe alle sollecitazioni, (cioè non reagisce) concedersi una pausa, dimenticare i problemi che ci assillano o addirittura, fare una vacanza in modo da ripristinare l'equilibrio perduto.
Ma poichè questo non sempre è possibile! dobbiamo trovare il modo di superare il momento critico così da andare avanti senza rompere quell'equilibrio tanto importante per il nostro benessere!
Prima di argomentare sulle possibilità di mantenere l'equilibrio, è necessario, conoscere che il tipo di costituzione che si ha, qual'è il terreno su cui lavorare, quali sono i punti vulnerabili da rinforzare.
Per farvi un'esempio semplice: un'auto di cilindrata 900 avrà prestazioni differenti da una 2000. Un soggetto "manganese (persona reattiva, tendenzialmente allergica, che la mattina fa fatica a carburare, ma che alla sera non vorrebbe mai andare a dormire) avrà una dinamica differente da un soggetto "manganese-rame" (calmo e pacato che a metà giornata ha bisogno di un riposino e che basta uno spiffero d'aria che prende il raffreddore)
Da qui l'importanza di fare prevenzione. Ogni terreno va trattato in maniera differente e nutrito di quello di cui ha bisogno. Quando ci si ammala è perchè qualcosa nel sistema non va, il corpo ha perso il suo ritmo.
L'ORGANISMO COME SISTEMA COMPLESSO
Immaginiamo che il corpo è un vaso che contiene: costituzione, carico fisico, conflitti.
NOI SIAMO COME DEI CONTENITORI PIENI DI COSE.
La causa scatenante è la goccia che fa traboccare il vaso, come si sul dire, la nostra capacità di compensazione è fondamentale per permettere al corpo di adattarsi ai cambiamenti.
LA NATUROPATIA LAVORA SUL VASO NON SULLA GOCCIA
il vaso è la misura della capacità di compensazione del nostro organismo una volta avvenuta una trasformazione non si può più tornare indietro. Si è aggiunta una informazione e non si può più essere quelli di prima. Non solo a livello psichico ma anche a livello chimico. Il corpo è un contenitore con una sua struttura (scheletro), una sua funzionalità (processi chimici e biochimici, digestive, neuro-vegetativi ecc). Un contenitore che contiene informazioni genetiche, costiuzionali, ereditarie e non che rendono un soggetto unico nelle sue qualità fisiche e mentali. Si possono trovare similitudini ma mai cose identiche in natura! Per questo concetto la naturopatia si occupa della persona che ha davanti. Quella persona è unica. La naturopatia a differenza della medicina convenzionale non si affida solo al sintomo ma vede la disfunzione in un contesto più ampio. Tiene conto del fatto che “un contenitore è diverso dall’altro. Anche se la manifestazione patologica pare simile, contiene tutta una serie di informazioni che, insieme, possono dare un quadro della situazione completamente differente. Il farmaco lavora sul sintomo generalizzato. Su ciò che appare. Una patologia con un sintomo in un contesto costituzionale già debilitato crea una situazione di squilibrio fisico molto importante.
La costituzione di base non si può cambiare ma si può migliorare. Se ad esempio sono un soggetto con tendenze allergiche l’unica cosa che posso fare è modificare il mio stile di vita per evitare che questa mia tendenza prima o poi si manifesti...
La malattia attecchisce dove trova un terreno fertile!
L’omotossicologia e la legge di Hering
L’omotossicologia ha una visione della malattia come processo di difesa del corpo e quindi un meccanismo di profonda guarigione del corpo:
“le malattie sono reazioni opportune che servono a ripristinare lo stato di salute” non vanno trattate con terapie soppressive perché queste possono indurre un profondo peggioramento della salute dell’individuo, anche se non immediatamente evidente”.
il dott Hans-Heinrich Reckeweg, fondatore dell’omotossicologia, rivisitando il concetto di “reazione infiammatoria” la definisce come:
“reazione organica di difesa attraverso la quale l’organismo assolve ai compiti di tutela della propria integrità strutturale e funzionale, di resistenza agli inquinamenti ambientali, di ricreazione costante della propria quotidianità ontogenetica e della stessa secolarità filogenetica. ….Ogni patologia è in realtà la manifestazione della vostra capacità infiammatoria e quindi della vostra risposta immunitaria” “Le malattie sono diretta espressione delle risposte difensive biologicamente opportune dell’organismo contro omotossine esogene ed endogene, oppure sono tangibili espressioni di danni tossici subiti che l’organismo cerca in qualche modo di compensare mediante un riequilibrio funzionale”
Reckeweg definisce le “omotossine come sostanze tossiche che provocano nell’organismo diverse reazioni difensive da parte di un sistema immunitario globale NEURO-ENDOCRINO-UMORALE”
L’infiammazione, in altri termini, ha il compito di bruciare le scorie che gli organi emuntori nn riescono ad eliminare.
Sostiene sempre Reckeweg che “ogni processo infiammatorio, anche di origine batterica, è l’opportuna reazione biologica, che non deve mai essere repressa con antibiotici, sulfaminici ed altro, ma deve essere biologicamente guidata e perfino sostenuta, per poter trasformare ed eliminare le tossine responsabili”.
Anche i batteri sono visti non tanto come dei nemici, ma come coadiuvanti il processo di guarigione. Attraverso la ialuronidasi, sostanza da essi secreta, sciolgono il substrato tossico che annida nei tessuti e lo rendono trasformabile.
L’omotossicologia non utilizza farmaci che sopprimono i naturali processi del corpo, ma stimola il processo di guarigione somministrando un prodotto simile alla tossina che ha generato la reazione immunitaria. Per comprendere tutto questo è necessario sapere che l’organismo reagisce alla presenza di tossine attraverso sistemi di difesa che la natura ha approntato e sono disponibili e attivi nel nostro corpo. Questi nel loro insieme, prendono il nome di sistema della “grande difesa”, che prende il nome da una serie di sottoinsiemi:
- il Sistema Reticolo Endoteliale (SRE), che comporta la produzione di anticorpi,
- il meccanismo adenoipofisi-corteccia surrenale che fa da orologio all’ interno del sistema,
- il sistema di riflessi neurale,
- la funzione disintossicante del fegato
- l’azione disintossicante del connettivo.
L’organismo, producendo anticorpi e quindi reazioni antigene-anticorpo che avvengono nel tessuto connettivale, provoca infiammazioni che sono evidenti solo in minima parte e che hanno un significato di disintossicazione.
L’ipofisi anteriore, quando è raggiunta dall’omotossina solubile, produce una sostanza: l’ ACTH che stimola la corteccia surrenale a produrre a sua volta cortisolo, ormone che a basso dosaggio è infiammatorio, oltre un certo dosaggio poi diventa antinfiammatorio. L’infiammazione consente la digestione mesenchimale che permette di bruciare le scorie.
Nel processo infiammatorio vi è una prima fase SIMPATICOTONICA con produzione di ormoni infiammatori, poi il connettivo si acidifica (FASE SOL), diventa più fluido e le cellule immunitarie possono aggredire le tossine e digerirle, i batteri spesso sono un fattore coadiuvante del processo in quanto producono sostanze che scindono il mesenchima fluidificandolo. I batteri sono quindi gli “spazzini ecologici” attivati dall’organismo stesso che se ne serve seguendo l’input di un orologio biologico centralizzato, il meccanismo adenoipofici-corticosurrenale.
Una serie di meccanismi immunitari controlla poi la proliferazione batterica perché non sia eccessiva, nel momento in cui questa diventa un danno e non un aiuto è perché l’organismo ha defecato a livello immunitario.
Una eventuale produzione di pus indica che l’organismo sta portando a termine il processo di guarigione attraverso una sorta di drenaggio.
Nella fase finale di questo processo il cortisone aumenta fino a raggiungere il dosaggio che gli consente un’azione antinfiammatoria e la guarigione si compie.
Nella medicina tradizionale molto spesso si utilizza il cortisone con un timer sbagliato, nn si accompagna il processo infiammatorio, ma questo viene soppresso somministrando il cortisone troppo presto, nn lasciando tempo sufficiente per la digestione e trasformazione delle tossine nel connettivo, invece, in taluni casi, potrebbe essere addirittura utile accompagnando lo stesso processo del corpo che ne aumenta la concentrazione quando ormai l’infiammazione nn gli è più necessaria. Occorre dunque seguire l’orologio biologico, altrimenti si rende la matrice alcalina quando è ancora necessaria l’acidosi (la si tramuta cioè da sol in gel) e si intrappolano ancora di più le tossine. Il corpo, a quel punto, tornerà al vecchio, perfetto modello e cercherà di disfarsi delle tossine con una nuova infiammazione. (la cosiddetta ricaduta!)
Continuando a sopprimere l’infiammazione la malattia nn farà altro che progredire e alla fine l’organismo nn sarà più in grado di reagire, la malattia diventerà cronica.
L’infiammazione può essere paragonata a un iceberg, con una parte di malessere nascosta e una parte che emerge. Nel momento in cui diventa manifesta significa che ha passato, in termini di sopportazione fisica ed emotiva, una soglia pari al 70% . Se la dose di antinfiammatori è contenuta si agisce solo sul 30% manifesto del malessere, se la dose è consistente si finisce per bloccare anche il 70% nascosto, per cui si blocca l’orologio biologico. In questo caso se e quando ci sarà nuovamente sufficiente energia l’infiammazione si ripresenterà per svolgere il suo compito di disintossicazione. Molti rimedi naturali che agiscono da antinfiammatori in realtà agiscono solo sul 30% manifesto rendendo il processo più tollerabile fisicamente e psicologicamente, ma viene comunque mantenuto il 70% dell’infiammazione che può così continuare la sua opera di disintossicazione.
Reckeweg nn solo ha chiarito molto bene le funzioni del processo infiammatorio, ma ha studiato anche le fasi evolutive della patologia infiammatoria con una particolare attenzione ai foglietti embrionali interessati, egli ha distinto 6 fasi di risposta antitossica.
Le prime 3 fasi coinvolgono soprattutto la matrice extracellulare:
1) Fase di escrezione (fisiologica)= quando gli organi emuntori (pelle, polmoni, reni, intestino, fegato) funzionano bene ed eliminano in modo ottimale le tossine (si avranno urine e feci + cariche) – i rimedi operano un drenaggio stimolando gli emuntori a lavorare di più
2) Fase di reazione (infiammazione) = quando gli emuntori nn sono sufficienti e sono attivati da processi aggiuntivi per la disintossicazione (quando il livello di scorie e troppo elevato il corpo mette in atto la reazione infiammatoria producendo cortisone con il dosaggio necessario. L’infiammazione ha il compito di spezzare e quindi digerire le molecole di tossine troppo grandi per passare dagli emuntori.
3) Fase di deposito= quando la reazione infiammatoria è insufficiente o è soppressa da farmaci. Il deposito è il tentativo di evitare che metaboliti importanti continuino a circolare nel sangue creando danni: il grasso in eccesso viene ad esempio stoccato in ateromi (è una neoformazione che si realizza a livello della parete di un'arteria – stiamo parlando ad esempio del colesterolo) e cisti lipoidee (contenente sostanze liquide, solide o gassose: esempio c. sebacea, sierosa
Con la repressione delle febbre, l’inibizione delle infiammazioni e l’impedimento delle escrezioni, cioè con il blocco del meccanismo di disintossicazione, si aumenta il processo di intossicazione che dà luogo alle successive tre fasi cellulari.
Nelle 3 fasi successive invece la malattia penetra nella cellula perché scorie e virus passano attraverso la membrana:
1) Fase di impregnazione= le tossine penetrano nelle cellule, nel loro citoplasma . Le tossine nel citoplasma disturbano l’attività enzimatica e la respirazione cellulare nei mitocondri. La cellula nn funziona più come dovrebbe ma siamo ancora in una fase in cui si può ancora reagire con facilità.
2) Fase di degenerazione= le tossine penetrano nelle cellule, nel loro citoplasma provocano danni cellulari che portano ad una degenerazione cellulare (possiamo fare l’esempio della cirrosi)
3) Fase di neoplasma= le tossine entrano nel nucleo della cellula danneggiandolo (qui si va in contro alla patologia del nucleo, nei tumori vi è questa storia alle spalle, spesso accellerata dalla somministrazione di farmaci soppressivi)
Altro concetto fondamentale dell’omotossicologia è quello della VICARIAZIONE ovvero lo spostamento da una fase all’altra. La VICARIAZIONE PROGRESSIVA è quella in cui il passaggio avviene verso il peggioramento, la VICARIAZIONE REGRESSIVA, al contrario, è il passaggio verso la guarigione.
Supponiamo, ad esempio, che nel caso di un’infiammazione a un dente si somministri un antidolorifico e sorga un’infiammazione al ginocchio: si tratta di VICARIAZIONE PROGRESSIVA. Il tessuto bersaglio della vicariazione è il punto di minor resistenza costituzionale (importanza della prevenzione). Prendiamo il caso di una tonsillite bloccata dal farmaco. L’infiammazione nn compare più in quella sede, ma si manifesta un’appendicite (tutto è collegato e finchè il corpo nn avrà portato a compimento la sua opera di detossificazione continuerà ad accendere l’infiammazione dove troverà terreno fertile). Anche se l’appendice viene asportata può comparire un’agranulocitosi e così via….
Un’esempio tipico di VICARIAZIONE REGRESSIVA è l’asma bronchiale che compare mentre appare un’eczema, è un passaggio di fase per la guarigione con l’eliminazione delle tossine verso l’esterno attraverso l’organo emuntore della pelle. Se il processo viene bloccato ricompare l’asma. Questi processi di vicariazione regressiva e quindi di guarigione che si verificano con i prodotti omotossicologici, compaiono allo stesso modo, ad esempio, con i trattamenti reflessologici in quanto il corpo, opportunamente stimolato, risponde seguendo sempre le stesse leggi.
Tutti questi processi avvengono nell’organismo quotidianamente, anche se nn ce ne accorgiamo sempre.
Gli stessi concetti sono espressi da un famoso omeopata per le leggi da egli stesso formulate, le leggi di Hering, che dicono che il processo di guarigione si compie dall’alto verso il basso, dall’interno all’esterno, sequenzialmente dalla malattia che si è manifestata per ultima fino a quella che si è manifestata per prima. Egli, in questo modo, vuole esprimere il fatto che il corpo libera le tossine in modo sequenziale, come le ha immesse. Tutto questo accade se vi è una sufficiente energia vitale.
In altri termini il corpo prima si ammala nelle sue parti più esterne (pelle, vie respiratorie ecc): le reazioni saranno in questa prima fase acute e l’infiammazione costituirà il processo primario di purificazione. Se tale processo nn ottiene i risultati sperati si passa alla fase di deposito delle tossine in modo che nn si diffondano. Ma se si continuano a sopprimere i sintomi (che sono lo strumento del corpo per ripristinare il disequilibrio in atto) e le forme di eliminazione che l’organismo attua quando riesce a raccimolare l’energia necessaria, la malattia si porterà sempre più all’interno fino a colpire gli organi vitali.
Schema del percorso dallo stato di salute allo stato degenerativo (da SX a DX
Salute – stato acuto – stato cronico – stato degenerativo
Il percorso di guarigione procede nell’altro verso
Questo significa che una malattia cronica, o addirittura degenerativa, per guarire deve passare attraverso la fase acuta; se resta troppo a lungo in fase cronica diventa degenerativa. A quel punto la malattia degenerativa per guarire deve passare attraverso lo stato cronico e successivamente attraverso quello acuto in modo che lo stato di salute venga ristabilito.
Da tutti questi modelli scientifici che studiano il corpo umano e che, pur attraverso ricerche diverse arrivano alle medesime conclusioni, emerge il concetto che il principio causa-effetto nn è più sufficiente a spiegare l’insorgere di un malessere o di una malattia. La causa scatenante acuta di una patologia può essere considerata come la goccia che fa traboccare il vaso, ma quello che conta è il vaso e ciò che contiene:
una costituzione
un carico tossinico cronico
una conflittualità cronica emotiva
spirituale
inoltre il vaso può essere bucato: carenze alimentari ecc
Il vaso è il simbolo della misura della capacità di compensazione del nostro organismo.
Il dott Ludwig von Bertalanffy (biologo e filosofo) afferma:
“ Chiunque tenti, oggi, di applicare categorie casuali monodimensionali a sistemi intercollegati nn può più rivendicare un criterio di scientificità. Compito della scienza è ormai quello di spiegare le leggi dei processi di guarigione attivati dall’organismo e nel campo degli strumenti occorrono terapie che seguano queste leggi nell’unità di corpo e psiche”.
Dunque un lavoro che possa dirsi davvero olistico, e anche, a questo punto, scientifico, nn può occuparsi dell’eliminazione della goccia (intervento tipicamente allopatico), ma deve contemplare l’intero contenitore, la persona nella sua globalità. Ciò implica l’utilizzo di metodiche che agiscano tenendo conto della persona intera, oltre che della relazione con il suo ambiente; inoltre sarà auspicabile l’integrazione di discipline diverse e la collaborazione tra quanti si occupano di salute, medici e nn medici, ognuno per le proprie competenze, ma con spirito aperto e disponibile ad imparare dall’unico vero Maestro: il Corpo, il primo guaritore di se stesso.
Il significato della prevenzione
Il detto dice meglio prevenire che curare
Ma cosa si intende per prevenzione?
I mas media ci inviano in TV un messaggio di controllo periodico e va bene questo ci aiuta a imparare ogni tanto ad occuparci di noi ma con un’approccio di paura, “speriamo che sia tutto a posto…”
Fare un controllo periodico dei denti, degli occhi, ginecologico o altro è un modo per interessarsi e sapere a che punto è il corpo. Ma abbiamo capito che il corpo nn è un punto fermo ma si modifica…e tra un controllo e l’altro esplica continui processi naturali, mentre vive in un contesto con situazioni emotive, si alimenta in una certa maniera, prende freddo o il clima è troppo caldo o umido o in quel determinato periodo sta facendo super lavoro o dorme poco perché il bambino la notte piange.
Il controllo ci permette si! di venire a conoscenza di eventuali problemi ma dov'è la prevenzione in questo modalità?
Per il naturopata significa “lavorare sul vaso” allontanare o monitorare l’eventualità che qualcosa si manifesti solo in un secondo momento ci accorgiamo che qualcosa nn va con con il controllo!
La naturopatia viaggia in anticipo seguendo il ritmo del corpo.
Ognuno di noi ha una costituzione, delle caratteristiche genetiche che ci differenziano e ci predispongono più o meno all'insorgenza di alcuni fastidi fisiologici. Il naturopata attraverso l'analisi e l'ascolto della persona individua queste tendenze.
Ci sono delle tipologie che identificano un profilo sintomatologico.
Già da Ippocrate (considerato il padre della medicina) si parla di queste tipologie* (citazione): Ippocrate sostenne la "teoria umorale", secondo la quale il nostro corpo sarebbe governato da quattro umori diversi (sangue, bile gialla, bile nera, flemma), che combinandosi in differenti maniere condurrebbero alla salute (crasi) nel caso in cui questi siano in proporzioni ed equilibrio o, contrariamente, alla malattia. fino ai giorni nostri con l'omeopatia (costituzione carbonica-sulfurica- fosforica-fluorica)
OMEOPATIA Hahnemann, padre dell’omeopatia (definizione) Il termine deriva dal greco (omeos = uguale e pathos: malattia, quadro morboso)
E’ un metodo terapeutico basato su alcuni principi:
1) principio di similitudine,e utilizzazione di sostanze diluite e"dinamizzate "
2) costituzione del soggetto= lo studio delle caratteristiche fisiche e psichiche del soggetto,sano ed in equilibrio
3) terreno diatesico= diatesi= si intende una modalità particolare strategia individuale messa in atto dall’organismo per liberarsi delle tossine o neutralizzarle e per ristabilire il proprio equilibrio.
La naturopatia utilizzando analogie si ispira in parte a queste conoscenze antiche, in parte prende spunto dall'osservazione della natura , da i suoi movimenti (MTC), cambiamenti, dal suo ritmo nel susseguirsi delle stagioni.
La natura, ad esempio, per essere in equilibrio dinamico con i cambi delle stagioni, le variazioni repentine di calore, umidità o freddo utilizza meravigliose strategie di compensazione.
Le piante che il naturopata inserisce negli schemi terapeutici presentano una struttura molto simile dal punti di vista biochimico al nostro.
Le piante stesse hanno una loro dinamica comportamentale, come fioriscono, dove prolificano, il tipo di aspetto. Questa dinamica stila un profilo che si può sovrapporre a un profilo patologico. (esempio Ontano nero mg è la pianta della grandi alluvioni indicata in “raffreddori acquosi” cioè dove il naso cola parecchio)
Fare prevenzione significa rinforzare l'individuo migliorando il grado di risposta ad agenti patogeni o a repentini cambiamenti di stato dovuti da fattori sia ambientale che individuali.
Esempio il bambino abete è un soggetto gracile
Un soggetto di questo tipo può avere la tendenza ad ammalarsi nei cambi di stagione, in alcuni casi può presentare dolori di crescita nelle ossa (che nella maggioranza dei casi verranno confusi con reumatismi nel sangue)
Fare prevenzione nn significa tenerlo a casa protetto e al caldo così nn gli accade nulla!
Significa rinforzare le sue difese immunitarie (nn con lo yogurt della pubblicità), significa migliorare la funzionalità in modo che il fluoro contenuto nel corpo assorba meglio il calcio.
Un bambino abete con queste debolezze immunitarie,sottoposto a continui cicli di antibiotici, senza un supporto adeguato che limiti i danni che ne derivano, pùò creare nell'uomo di domani problemi di altro tipo.
Prevenire per il naturopata significa individuare il tipo di costituzione e lavorare con l'alimentazione, i fitoterapici, gli oligoelementi, oli essenziali e dei trattamenti mirati a migliorare e rinforzare il soggetto là dove è più fragile.
Fare prevenzione nn significa lavorare sul sintomo, toglierlo o fare dei controlli periodici per monitorare di quanti millimetri si ingrandisce il mio fibroma uterino da qui a 6 mesi!! In questa fase siamo già oltre…
Certo nessuno di noi vuole stare male e quando hanno qualcosa pensano che togliendo il dolore risolvano…apparentemente si, il mal di testa con il moment act passa in un attimo ma poi…..ritorna! e quindi?
Questo atteggiamento perde di vista il bersaglio!!
L'obiettivo è mantere il corpo in un'equilibrio dinamico perché sia in salute. Se mi è venuto il mal di testa questo sintomo, da nn sottovalutare, mi sta dicendo che qualcosa nn va.
In questo momento è possibile che ognuno di voi pensi: si va beh ma se mi fa male cosa faccio? Giusto nn sto dicendo che adesso ci metteremo tutti in cerchio e mediteremo sui perché, magari lo facciamo in un secondo momento….utilizzeremo dei rimedi che magari ci mettono un po’ di più a funzionare (poi dipende dai casi) ma che poi nn mi creano altri problemi tipo allo stomaco!
I fitoterapici ad esempio utilizzano il principio attivo della pianta che è lo stesso contenuto nel farmaco ma senza modificarlo chimicamente. Il mal di testa se ne va quando ho individuato la causa e la dinamica ho scelto la pianta o i rimedi giusta per il caso di quella persona. Ogni persona con il mal di testa utilizza rimedi diversi a seconda del caso.
Facciamo un’analogia per comprendere meglio:
Prendiamo un albero - uomo
vediamo a che famiglia appartiene - costituzione, in base a quello distinguiamo delle caratteristiche, di cosa ha bisogno?, di quanta acqua, di quale tipo di terriccio, per l'uomo quali sono gli alimenti curativi? Lo stile di vita?
indaghiamo su quali sono i tipi di parassiti che possono attecchire al nostro albero nella stessa maniera quali sono le predisposizioni patologiche che questo uomo può manifestare? qui si parla di prevenzione grazie alla conoscenza,
Se nel caso dell'albero utilizziamo particolari concimi, nel caso dell'uomo utilizziamo integratori o principi attivi che compensano e stimolano il corpo per migliorare la sua funzionalità di base.
Prendendo spunto dalla natura, che ci fa da maestra, impariamo a riconoscere il nostro ritmo individuale, prendendo coscienza della nostra natura possiamo lavorare sulle nostre esigenze migliorando la qualità della vita.
Mentre i mas media con l'obiettivo commerciale si preoccupano di vendere il loro prodotto perchè fa bene a tutti indistintamente anche se poi nn è sempre così!
Se do un’integratore di calcio ad una donna in menopausa con la speranza di rallentare il processo di degenerazione dell’osteoporosi nn faccio altro che aggiungere qualcosa dall’esterno per integrare senza preoccuparmi che il calcio deve essere in rapporto al potassio, do un’integratore ma il corpo di questa donna continuerà a causa dell’abbassamento estrogenico a nn produrne più in maniera progressiva. In questo caso avrebbe più senso fare uno schema terapeutico che aiuti il corpo a rallentare il naturale processo di mancanza estrogenica in modo che la signora continui a produrne di suo e senza dimenticare di che tipo di soggetto stimo parlando, costituzione, dinamica della pre-menopausa, fattori correlati ecc
La naturopatia si occupa della persona , dell'uomo, della donna, del bambino di riappropriarsi della propria individualità e modo di manifestare un determinato squilibrio! di trovare un proprio stile di vita consono ai bisogni per vivere una vita più sana e in linea le esigenze individuali e collettive. Si perché una persoan che nn sta bene in un contesto collettivo avrà un’atteggiamento differente di quando è in salute….siete d’accordo?
Per fare questo però ci vuole conoscenza, curiosità, approfondimento.
Se alla tv mi dicono che lacticus bacillum aiuta le mie difese prima di crederci senza farmi nessuna domanda almeno mi informo…e poi scelgo in maniera consapevole cosa è meglio per me!
Oggi siamo bombardati da tante informazioni (mangia questo, pensa a quello….)quello che posso fare in questa miriade di informazioni è filtrare ciò che mi arriva.
La capacità del corpo di compensare lo stress è determinato anche dalla nostra capacità individuale di cambiare. Se sono rigido e fermo sulle mie posizioni è più facile che spezzo rispetto ad essere flessibile e capace di adattarmi.
Più mi aggrappo alle mie abitudini più farò fatica a lasciare il vecchio per il nuovo...una sorgente d'acqua ferma con il tempo stagna, l'energia è movimento continuo, più sono flessibile più mi adatto, se rimango rigido anche la mia mente lo sarà e lo saranno anche le mie ossa, i miei muscoli ecc (qui è spiegato il motivo per cui un’anziano che cade si romperà più facilemente il femore rispetto a un giovane!
La rigidità diventa fisiologica nel tempo ma con il mio atteggiamento posso anticipare questo processo o rallentarlo…dipende da come voglio essere.
Cio che voglio dirvi è che ognuno di voi può essere ciò che vuole….nella misura in cui fa la scelta giusta per il proprio benessere, ci vuole coraggio per uscire dagli schemi proprio perché oggi abbiamo perso di vista la vera natura dell’uomo trasformandoci in macchine pensanti, dimenticandoci che il corpo nn è solo fatto di carne ma anche di emozioni, e desideri che molto spesso lasciamo da parte per nn scegliere.
Noi siamo ciò che pensiamo, in base alle informazioni che riceviamo, in base alle conoscenze che ricerchiamo.
Noi siamo quello che mangiamo grazie a quello che scegliamo di introdurre nel corpo.
La salute non è un dono del cielo, ma una scelta consapevole.
Si avvale di analogie che creano collegamenti tra fattori diversi
La malattia è una manifestazione fisica-funzionale che determina uno squilibrio all'interno del corpo
Ogni organismo sano è dotato della capacità di omeostasi è in grado cioè di mantenersi in condizioni di stabilità di fronte ai cambiamenti che si producono sia nell'ambiente che lo circonda, sia al proprio interno.
L'omeostasi è la condizione di stabilità interna degli organismi che deve mantenersi anche al variare delle condizioni esterne attraverso meccanismi autoregolatori. È il mantenimento della costanza di composizione chimica ottimale del plasma, del liquido interstiziale e del liquido intracellulare.
L'omeostasi biologica è una delle caratteristiche peculiari degli organismi viventi. Tutti gli apparati del corpo di un organismo vi partecipano, in quanto fondamentale per la sopravvivenza.
Il sistema omeostatico si basa su tre principali componenti, che assieme prendono il nome di meccanismo a feedback (retroazione):
* Recettore, che ha il compito di percepire le condizioni esterne e interne
* Centro di controllo, che decide come comportarsi, dopo aver confrontato la condizione rilevata dal recettore con quella ottimale
* Effettore, che esegue quello che gli viene ordinato dall'integratore
Il feedback può essere negativo quando l'organismo risponde contrastando l'effetto dello stimolo destabilizzante. (esempio: un abbassamento della temperatura provocherà una reazione tendente a innalzare la temperatura stessa). Il feedback invece è positivo, quando l'organismo risponde rinforzando l'azione dello stimolo iniziale invece di diminuirlo o rimuoverlo. Ciò destabilizza il sistema sino a quando un evento esterno al circuito a feedback arresta la risposta dell'organismo.
Questi meccanismi che il corpo mette in atto per adattarsi costituiscono per l'organismo un vero e proprio lavoro con grande dispendio di energia.
Il corpo è una meravigliosa macchina in grado di sopperire e risolvere tutte le situazioni che si trova ad affrontare. Nel caso in cui, il corpo venga meno nel compiere questo processo si parla del famoso stress, tanto nominato da tutti.... In realtà lo stress non è altro che la mancata capacità di adattamento del corpo ai cambiamenti siano essi esterni, ad esempio climatici (freddo caldo umido secco) o emozionali-spicologici (situazioni quotidiane di lavoro o famigliari, di cuore o quant'altro).
Gli imput ricevuti dall'esterno e portati all’interno vengono elaborati producendo uno squilibrio che il corpo non è in grado di compensare.
Prendiamo l'esempio della febbre per comprendere meglio come il corpo affronta una situazione.
A differenza di quello che la maggior parte delle persone crede la febbre, non è qualcosa da mandare via perchè si pensa sia negativa ma, è un meccanismo di difesa del corpo, in parole povere il corpo trovandosi in una situazione di squilibrio reagisce. Per entrare nello specifico: quando l'agente patogeno dell'influenza entra nel corpo questo accende l'infiammazione proprio per rendere l’ambiente inospitale e detossificare.
Un'altro esempio più banale per comprendere quanto il corpo sappia qual'è la cosa giusta: lo starnuto. Quando qualcosa entra nelle cavità nasali viene fermato in prima battuta dalla peluria all'interno delle narici questa è la prima barriera protettiva. Superata questa per allontanare il corpo produce o starnuto che per analogia cosa fa?..allontana!
Quando il corpo è in buona salute tutti questi meccanismi avvengono in maniera naturale e coordinata.
L'ideale sarebbe (ogni tanto qualcuno me lo dice) quando ci accorgiamo che il nostro organismo non risponde più come dovrebbe alle sollecitazioni, (cioè non reagisce) concedersi una pausa, dimenticare i problemi che ci assillano o addirittura, fare una vacanza in modo da ripristinare l'equilibrio perduto.
Ma poichè questo non sempre è possibile! dobbiamo trovare il modo di superare il momento critico così da andare avanti senza rompere quell'equilibrio tanto importante per il nostro benessere!
Prima di argomentare sulle possibilità di mantenere l'equilibrio, è necessario, conoscere che il tipo di costituzione che si ha, qual'è il terreno su cui lavorare, quali sono i punti vulnerabili da rinforzare.
Per farvi un'esempio semplice: un'auto di cilindrata 900 avrà prestazioni differenti da una 2000. Un soggetto "manganese (persona reattiva, tendenzialmente allergica, che la mattina fa fatica a carburare, ma che alla sera non vorrebbe mai andare a dormire) avrà una dinamica differente da un soggetto "manganese-rame" (calmo e pacato che a metà giornata ha bisogno di un riposino e che basta uno spiffero d'aria che prende il raffreddore)
Da qui l'importanza di fare prevenzione. Ogni terreno va trattato in maniera differente e nutrito di quello di cui ha bisogno. Quando ci si ammala è perchè qualcosa nel sistema non va, il corpo ha perso il suo ritmo.
L'ORGANISMO COME SISTEMA COMPLESSO
Immaginiamo che il corpo è un vaso che contiene: costituzione, carico fisico, conflitti.
NOI SIAMO COME DEI CONTENITORI PIENI DI COSE.
La causa scatenante è la goccia che fa traboccare il vaso, come si sul dire, la nostra capacità di compensazione è fondamentale per permettere al corpo di adattarsi ai cambiamenti.
LA NATUROPATIA LAVORA SUL VASO NON SULLA GOCCIA
il vaso è la misura della capacità di compensazione del nostro organismo una volta avvenuta una trasformazione non si può più tornare indietro. Si è aggiunta una informazione e non si può più essere quelli di prima. Non solo a livello psichico ma anche a livello chimico. Il corpo è un contenitore con una sua struttura (scheletro), una sua funzionalità (processi chimici e biochimici, digestive, neuro-vegetativi ecc). Un contenitore che contiene informazioni genetiche, costiuzionali, ereditarie e non che rendono un soggetto unico nelle sue qualità fisiche e mentali. Si possono trovare similitudini ma mai cose identiche in natura! Per questo concetto la naturopatia si occupa della persona che ha davanti. Quella persona è unica. La naturopatia a differenza della medicina convenzionale non si affida solo al sintomo ma vede la disfunzione in un contesto più ampio. Tiene conto del fatto che “un contenitore è diverso dall’altro. Anche se la manifestazione patologica pare simile, contiene tutta una serie di informazioni che, insieme, possono dare un quadro della situazione completamente differente. Il farmaco lavora sul sintomo generalizzato. Su ciò che appare. Una patologia con un sintomo in un contesto costituzionale già debilitato crea una situazione di squilibrio fisico molto importante.
La costituzione di base non si può cambiare ma si può migliorare. Se ad esempio sono un soggetto con tendenze allergiche l’unica cosa che posso fare è modificare il mio stile di vita per evitare che questa mia tendenza prima o poi si manifesti...
La malattia attecchisce dove trova un terreno fertile!
L’omotossicologia e la legge di Hering
L’omotossicologia ha una visione della malattia come processo di difesa del corpo e quindi un meccanismo di profonda guarigione del corpo:
“le malattie sono reazioni opportune che servono a ripristinare lo stato di salute” non vanno trattate con terapie soppressive perché queste possono indurre un profondo peggioramento della salute dell’individuo, anche se non immediatamente evidente”.
il dott Hans-Heinrich Reckeweg, fondatore dell’omotossicologia, rivisitando il concetto di “reazione infiammatoria” la definisce come:
“reazione organica di difesa attraverso la quale l’organismo assolve ai compiti di tutela della propria integrità strutturale e funzionale, di resistenza agli inquinamenti ambientali, di ricreazione costante della propria quotidianità ontogenetica e della stessa secolarità filogenetica. ….Ogni patologia è in realtà la manifestazione della vostra capacità infiammatoria e quindi della vostra risposta immunitaria” “Le malattie sono diretta espressione delle risposte difensive biologicamente opportune dell’organismo contro omotossine esogene ed endogene, oppure sono tangibili espressioni di danni tossici subiti che l’organismo cerca in qualche modo di compensare mediante un riequilibrio funzionale”
Reckeweg definisce le “omotossine come sostanze tossiche che provocano nell’organismo diverse reazioni difensive da parte di un sistema immunitario globale NEURO-ENDOCRINO-UMORALE”
L’infiammazione, in altri termini, ha il compito di bruciare le scorie che gli organi emuntori nn riescono ad eliminare.
Sostiene sempre Reckeweg che “ogni processo infiammatorio, anche di origine batterica, è l’opportuna reazione biologica, che non deve mai essere repressa con antibiotici, sulfaminici ed altro, ma deve essere biologicamente guidata e perfino sostenuta, per poter trasformare ed eliminare le tossine responsabili”.
Anche i batteri sono visti non tanto come dei nemici, ma come coadiuvanti il processo di guarigione. Attraverso la ialuronidasi, sostanza da essi secreta, sciolgono il substrato tossico che annida nei tessuti e lo rendono trasformabile.
L’omotossicologia non utilizza farmaci che sopprimono i naturali processi del corpo, ma stimola il processo di guarigione somministrando un prodotto simile alla tossina che ha generato la reazione immunitaria. Per comprendere tutto questo è necessario sapere che l’organismo reagisce alla presenza di tossine attraverso sistemi di difesa che la natura ha approntato e sono disponibili e attivi nel nostro corpo. Questi nel loro insieme, prendono il nome di sistema della “grande difesa”, che prende il nome da una serie di sottoinsiemi:
- il Sistema Reticolo Endoteliale (SRE), che comporta la produzione di anticorpi,
- il meccanismo adenoipofisi-corteccia surrenale che fa da orologio all’ interno del sistema,
- il sistema di riflessi neurale,
- la funzione disintossicante del fegato
- l’azione disintossicante del connettivo.
L’organismo, producendo anticorpi e quindi reazioni antigene-anticorpo che avvengono nel tessuto connettivale, provoca infiammazioni che sono evidenti solo in minima parte e che hanno un significato di disintossicazione.
L’ipofisi anteriore, quando è raggiunta dall’omotossina solubile, produce una sostanza: l’ ACTH che stimola la corteccia surrenale a produrre a sua volta cortisolo, ormone che a basso dosaggio è infiammatorio, oltre un certo dosaggio poi diventa antinfiammatorio. L’infiammazione consente la digestione mesenchimale che permette di bruciare le scorie.
Nel processo infiammatorio vi è una prima fase SIMPATICOTONICA con produzione di ormoni infiammatori, poi il connettivo si acidifica (FASE SOL), diventa più fluido e le cellule immunitarie possono aggredire le tossine e digerirle, i batteri spesso sono un fattore coadiuvante del processo in quanto producono sostanze che scindono il mesenchima fluidificandolo. I batteri sono quindi gli “spazzini ecologici” attivati dall’organismo stesso che se ne serve seguendo l’input di un orologio biologico centralizzato, il meccanismo adenoipofici-corticosurrenale.
Una serie di meccanismi immunitari controlla poi la proliferazione batterica perché non sia eccessiva, nel momento in cui questa diventa un danno e non un aiuto è perché l’organismo ha defecato a livello immunitario.
Una eventuale produzione di pus indica che l’organismo sta portando a termine il processo di guarigione attraverso una sorta di drenaggio.
Nella fase finale di questo processo il cortisone aumenta fino a raggiungere il dosaggio che gli consente un’azione antinfiammatoria e la guarigione si compie.
Nella medicina tradizionale molto spesso si utilizza il cortisone con un timer sbagliato, nn si accompagna il processo infiammatorio, ma questo viene soppresso somministrando il cortisone troppo presto, nn lasciando tempo sufficiente per la digestione e trasformazione delle tossine nel connettivo, invece, in taluni casi, potrebbe essere addirittura utile accompagnando lo stesso processo del corpo che ne aumenta la concentrazione quando ormai l’infiammazione nn gli è più necessaria. Occorre dunque seguire l’orologio biologico, altrimenti si rende la matrice alcalina quando è ancora necessaria l’acidosi (la si tramuta cioè da sol in gel) e si intrappolano ancora di più le tossine. Il corpo, a quel punto, tornerà al vecchio, perfetto modello e cercherà di disfarsi delle tossine con una nuova infiammazione. (la cosiddetta ricaduta!)
Continuando a sopprimere l’infiammazione la malattia nn farà altro che progredire e alla fine l’organismo nn sarà più in grado di reagire, la malattia diventerà cronica.
L’infiammazione può essere paragonata a un iceberg, con una parte di malessere nascosta e una parte che emerge. Nel momento in cui diventa manifesta significa che ha passato, in termini di sopportazione fisica ed emotiva, una soglia pari al 70% . Se la dose di antinfiammatori è contenuta si agisce solo sul 30% manifesto del malessere, se la dose è consistente si finisce per bloccare anche il 70% nascosto, per cui si blocca l’orologio biologico. In questo caso se e quando ci sarà nuovamente sufficiente energia l’infiammazione si ripresenterà per svolgere il suo compito di disintossicazione. Molti rimedi naturali che agiscono da antinfiammatori in realtà agiscono solo sul 30% manifesto rendendo il processo più tollerabile fisicamente e psicologicamente, ma viene comunque mantenuto il 70% dell’infiammazione che può così continuare la sua opera di disintossicazione.
Reckeweg nn solo ha chiarito molto bene le funzioni del processo infiammatorio, ma ha studiato anche le fasi evolutive della patologia infiammatoria con una particolare attenzione ai foglietti embrionali interessati, egli ha distinto 6 fasi di risposta antitossica.
Le prime 3 fasi coinvolgono soprattutto la matrice extracellulare:
1) Fase di escrezione (fisiologica)= quando gli organi emuntori (pelle, polmoni, reni, intestino, fegato) funzionano bene ed eliminano in modo ottimale le tossine (si avranno urine e feci + cariche) – i rimedi operano un drenaggio stimolando gli emuntori a lavorare di più
2) Fase di reazione (infiammazione) = quando gli emuntori nn sono sufficienti e sono attivati da processi aggiuntivi per la disintossicazione (quando il livello di scorie e troppo elevato il corpo mette in atto la reazione infiammatoria producendo cortisone con il dosaggio necessario. L’infiammazione ha il compito di spezzare e quindi digerire le molecole di tossine troppo grandi per passare dagli emuntori.
3) Fase di deposito= quando la reazione infiammatoria è insufficiente o è soppressa da farmaci. Il deposito è il tentativo di evitare che metaboliti importanti continuino a circolare nel sangue creando danni: il grasso in eccesso viene ad esempio stoccato in ateromi (è una neoformazione che si realizza a livello della parete di un'arteria – stiamo parlando ad esempio del colesterolo) e cisti lipoidee (contenente sostanze liquide, solide o gassose: esempio c. sebacea, sierosa
Con la repressione delle febbre, l’inibizione delle infiammazioni e l’impedimento delle escrezioni, cioè con il blocco del meccanismo di disintossicazione, si aumenta il processo di intossicazione che dà luogo alle successive tre fasi cellulari.
Nelle 3 fasi successive invece la malattia penetra nella cellula perché scorie e virus passano attraverso la membrana:
1) Fase di impregnazione= le tossine penetrano nelle cellule, nel loro citoplasma . Le tossine nel citoplasma disturbano l’attività enzimatica e la respirazione cellulare nei mitocondri. La cellula nn funziona più come dovrebbe ma siamo ancora in una fase in cui si può ancora reagire con facilità.
2) Fase di degenerazione= le tossine penetrano nelle cellule, nel loro citoplasma provocano danni cellulari che portano ad una degenerazione cellulare (possiamo fare l’esempio della cirrosi)
3) Fase di neoplasma= le tossine entrano nel nucleo della cellula danneggiandolo (qui si va in contro alla patologia del nucleo, nei tumori vi è questa storia alle spalle, spesso accellerata dalla somministrazione di farmaci soppressivi)
Altro concetto fondamentale dell’omotossicologia è quello della VICARIAZIONE ovvero lo spostamento da una fase all’altra. La VICARIAZIONE PROGRESSIVA è quella in cui il passaggio avviene verso il peggioramento, la VICARIAZIONE REGRESSIVA, al contrario, è il passaggio verso la guarigione.
Supponiamo, ad esempio, che nel caso di un’infiammazione a un dente si somministri un antidolorifico e sorga un’infiammazione al ginocchio: si tratta di VICARIAZIONE PROGRESSIVA. Il tessuto bersaglio della vicariazione è il punto di minor resistenza costituzionale (importanza della prevenzione). Prendiamo il caso di una tonsillite bloccata dal farmaco. L’infiammazione nn compare più in quella sede, ma si manifesta un’appendicite (tutto è collegato e finchè il corpo nn avrà portato a compimento la sua opera di detossificazione continuerà ad accendere l’infiammazione dove troverà terreno fertile). Anche se l’appendice viene asportata può comparire un’agranulocitosi e così via….
Un’esempio tipico di VICARIAZIONE REGRESSIVA è l’asma bronchiale che compare mentre appare un’eczema, è un passaggio di fase per la guarigione con l’eliminazione delle tossine verso l’esterno attraverso l’organo emuntore della pelle. Se il processo viene bloccato ricompare l’asma. Questi processi di vicariazione regressiva e quindi di guarigione che si verificano con i prodotti omotossicologici, compaiono allo stesso modo, ad esempio, con i trattamenti reflessologici in quanto il corpo, opportunamente stimolato, risponde seguendo sempre le stesse leggi.
Tutti questi processi avvengono nell’organismo quotidianamente, anche se nn ce ne accorgiamo sempre.
Gli stessi concetti sono espressi da un famoso omeopata per le leggi da egli stesso formulate, le leggi di Hering, che dicono che il processo di guarigione si compie dall’alto verso il basso, dall’interno all’esterno, sequenzialmente dalla malattia che si è manifestata per ultima fino a quella che si è manifestata per prima. Egli, in questo modo, vuole esprimere il fatto che il corpo libera le tossine in modo sequenziale, come le ha immesse. Tutto questo accade se vi è una sufficiente energia vitale.
In altri termini il corpo prima si ammala nelle sue parti più esterne (pelle, vie respiratorie ecc): le reazioni saranno in questa prima fase acute e l’infiammazione costituirà il processo primario di purificazione. Se tale processo nn ottiene i risultati sperati si passa alla fase di deposito delle tossine in modo che nn si diffondano. Ma se si continuano a sopprimere i sintomi (che sono lo strumento del corpo per ripristinare il disequilibrio in atto) e le forme di eliminazione che l’organismo attua quando riesce a raccimolare l’energia necessaria, la malattia si porterà sempre più all’interno fino a colpire gli organi vitali.
Schema del percorso dallo stato di salute allo stato degenerativo (da SX a DX
Salute – stato acuto – stato cronico – stato degenerativo
Il percorso di guarigione procede nell’altro verso
Questo significa che una malattia cronica, o addirittura degenerativa, per guarire deve passare attraverso la fase acuta; se resta troppo a lungo in fase cronica diventa degenerativa. A quel punto la malattia degenerativa per guarire deve passare attraverso lo stato cronico e successivamente attraverso quello acuto in modo che lo stato di salute venga ristabilito.
Da tutti questi modelli scientifici che studiano il corpo umano e che, pur attraverso ricerche diverse arrivano alle medesime conclusioni, emerge il concetto che il principio causa-effetto nn è più sufficiente a spiegare l’insorgere di un malessere o di una malattia. La causa scatenante acuta di una patologia può essere considerata come la goccia che fa traboccare il vaso, ma quello che conta è il vaso e ciò che contiene:
una costituzione
un carico tossinico cronico
una conflittualità cronica emotiva
spirituale
inoltre il vaso può essere bucato: carenze alimentari ecc
Il vaso è il simbolo della misura della capacità di compensazione del nostro organismo.
Il dott Ludwig von Bertalanffy (biologo e filosofo) afferma:
“ Chiunque tenti, oggi, di applicare categorie casuali monodimensionali a sistemi intercollegati nn può più rivendicare un criterio di scientificità. Compito della scienza è ormai quello di spiegare le leggi dei processi di guarigione attivati dall’organismo e nel campo degli strumenti occorrono terapie che seguano queste leggi nell’unità di corpo e psiche”.
Dunque un lavoro che possa dirsi davvero olistico, e anche, a questo punto, scientifico, nn può occuparsi dell’eliminazione della goccia (intervento tipicamente allopatico), ma deve contemplare l’intero contenitore, la persona nella sua globalità. Ciò implica l’utilizzo di metodiche che agiscano tenendo conto della persona intera, oltre che della relazione con il suo ambiente; inoltre sarà auspicabile l’integrazione di discipline diverse e la collaborazione tra quanti si occupano di salute, medici e nn medici, ognuno per le proprie competenze, ma con spirito aperto e disponibile ad imparare dall’unico vero Maestro: il Corpo, il primo guaritore di se stesso.
Il significato della prevenzione
Il detto dice meglio prevenire che curare
Ma cosa si intende per prevenzione?
I mas media ci inviano in TV un messaggio di controllo periodico e va bene questo ci aiuta a imparare ogni tanto ad occuparci di noi ma con un’approccio di paura, “speriamo che sia tutto a posto…”
Fare un controllo periodico dei denti, degli occhi, ginecologico o altro è un modo per interessarsi e sapere a che punto è il corpo. Ma abbiamo capito che il corpo nn è un punto fermo ma si modifica…e tra un controllo e l’altro esplica continui processi naturali, mentre vive in un contesto con situazioni emotive, si alimenta in una certa maniera, prende freddo o il clima è troppo caldo o umido o in quel determinato periodo sta facendo super lavoro o dorme poco perché il bambino la notte piange.
Il controllo ci permette si! di venire a conoscenza di eventuali problemi ma dov'è la prevenzione in questo modalità?
Per il naturopata significa “lavorare sul vaso” allontanare o monitorare l’eventualità che qualcosa si manifesti solo in un secondo momento ci accorgiamo che qualcosa nn va con con il controllo!
La naturopatia viaggia in anticipo seguendo il ritmo del corpo.
Ognuno di noi ha una costituzione, delle caratteristiche genetiche che ci differenziano e ci predispongono più o meno all'insorgenza di alcuni fastidi fisiologici. Il naturopata attraverso l'analisi e l'ascolto della persona individua queste tendenze.
Ci sono delle tipologie che identificano un profilo sintomatologico.
Già da Ippocrate (considerato il padre della medicina) si parla di queste tipologie* (citazione): Ippocrate sostenne la "teoria umorale", secondo la quale il nostro corpo sarebbe governato da quattro umori diversi (sangue, bile gialla, bile nera, flemma), che combinandosi in differenti maniere condurrebbero alla salute (crasi) nel caso in cui questi siano in proporzioni ed equilibrio o, contrariamente, alla malattia. fino ai giorni nostri con l'omeopatia (costituzione carbonica-sulfurica- fosforica-fluorica)
OMEOPATIA Hahnemann, padre dell’omeopatia (definizione) Il termine deriva dal greco (omeos = uguale e pathos: malattia, quadro morboso)
E’ un metodo terapeutico basato su alcuni principi:
1) principio di similitudine,e utilizzazione di sostanze diluite e"dinamizzate "
2) costituzione del soggetto= lo studio delle caratteristiche fisiche e psichiche del soggetto,sano ed in equilibrio
3) terreno diatesico= diatesi= si intende una modalità particolare strategia individuale messa in atto dall’organismo per liberarsi delle tossine o neutralizzarle e per ristabilire il proprio equilibrio.
La naturopatia utilizzando analogie si ispira in parte a queste conoscenze antiche, in parte prende spunto dall'osservazione della natura , da i suoi movimenti (MTC), cambiamenti, dal suo ritmo nel susseguirsi delle stagioni.
La natura, ad esempio, per essere in equilibrio dinamico con i cambi delle stagioni, le variazioni repentine di calore, umidità o freddo utilizza meravigliose strategie di compensazione.
Le piante che il naturopata inserisce negli schemi terapeutici presentano una struttura molto simile dal punti di vista biochimico al nostro.
Le piante stesse hanno una loro dinamica comportamentale, come fioriscono, dove prolificano, il tipo di aspetto. Questa dinamica stila un profilo che si può sovrapporre a un profilo patologico. (esempio Ontano nero mg è la pianta della grandi alluvioni indicata in “raffreddori acquosi” cioè dove il naso cola parecchio)
Fare prevenzione significa rinforzare l'individuo migliorando il grado di risposta ad agenti patogeni o a repentini cambiamenti di stato dovuti da fattori sia ambientale che individuali.
Esempio il bambino abete è un soggetto gracile
Un soggetto di questo tipo può avere la tendenza ad ammalarsi nei cambi di stagione, in alcuni casi può presentare dolori di crescita nelle ossa (che nella maggioranza dei casi verranno confusi con reumatismi nel sangue)
Fare prevenzione nn significa tenerlo a casa protetto e al caldo così nn gli accade nulla!
Significa rinforzare le sue difese immunitarie (nn con lo yogurt della pubblicità), significa migliorare la funzionalità in modo che il fluoro contenuto nel corpo assorba meglio il calcio.
Un bambino abete con queste debolezze immunitarie,sottoposto a continui cicli di antibiotici, senza un supporto adeguato che limiti i danni che ne derivano, pùò creare nell'uomo di domani problemi di altro tipo.
Prevenire per il naturopata significa individuare il tipo di costituzione e lavorare con l'alimentazione, i fitoterapici, gli oligoelementi, oli essenziali e dei trattamenti mirati a migliorare e rinforzare il soggetto là dove è più fragile.
Fare prevenzione nn significa lavorare sul sintomo, toglierlo o fare dei controlli periodici per monitorare di quanti millimetri si ingrandisce il mio fibroma uterino da qui a 6 mesi!! In questa fase siamo già oltre…
Certo nessuno di noi vuole stare male e quando hanno qualcosa pensano che togliendo il dolore risolvano…apparentemente si, il mal di testa con il moment act passa in un attimo ma poi…..ritorna! e quindi?
Questo atteggiamento perde di vista il bersaglio!!
L'obiettivo è mantere il corpo in un'equilibrio dinamico perché sia in salute. Se mi è venuto il mal di testa questo sintomo, da nn sottovalutare, mi sta dicendo che qualcosa nn va.
In questo momento è possibile che ognuno di voi pensi: si va beh ma se mi fa male cosa faccio? Giusto nn sto dicendo che adesso ci metteremo tutti in cerchio e mediteremo sui perché, magari lo facciamo in un secondo momento….utilizzeremo dei rimedi che magari ci mettono un po’ di più a funzionare (poi dipende dai casi) ma che poi nn mi creano altri problemi tipo allo stomaco!
I fitoterapici ad esempio utilizzano il principio attivo della pianta che è lo stesso contenuto nel farmaco ma senza modificarlo chimicamente. Il mal di testa se ne va quando ho individuato la causa e la dinamica ho scelto la pianta o i rimedi giusta per il caso di quella persona. Ogni persona con il mal di testa utilizza rimedi diversi a seconda del caso.
Facciamo un’analogia per comprendere meglio:
Prendiamo un albero - uomo
vediamo a che famiglia appartiene - costituzione, in base a quello distinguiamo delle caratteristiche, di cosa ha bisogno?, di quanta acqua, di quale tipo di terriccio, per l'uomo quali sono gli alimenti curativi? Lo stile di vita?
indaghiamo su quali sono i tipi di parassiti che possono attecchire al nostro albero nella stessa maniera quali sono le predisposizioni patologiche che questo uomo può manifestare? qui si parla di prevenzione grazie alla conoscenza,
Se nel caso dell'albero utilizziamo particolari concimi, nel caso dell'uomo utilizziamo integratori o principi attivi che compensano e stimolano il corpo per migliorare la sua funzionalità di base.
Prendendo spunto dalla natura, che ci fa da maestra, impariamo a riconoscere il nostro ritmo individuale, prendendo coscienza della nostra natura possiamo lavorare sulle nostre esigenze migliorando la qualità della vita.
Mentre i mas media con l'obiettivo commerciale si preoccupano di vendere il loro prodotto perchè fa bene a tutti indistintamente anche se poi nn è sempre così!
Se do un’integratore di calcio ad una donna in menopausa con la speranza di rallentare il processo di degenerazione dell’osteoporosi nn faccio altro che aggiungere qualcosa dall’esterno per integrare senza preoccuparmi che il calcio deve essere in rapporto al potassio, do un’integratore ma il corpo di questa donna continuerà a causa dell’abbassamento estrogenico a nn produrne più in maniera progressiva. In questo caso avrebbe più senso fare uno schema terapeutico che aiuti il corpo a rallentare il naturale processo di mancanza estrogenica in modo che la signora continui a produrne di suo e senza dimenticare di che tipo di soggetto stimo parlando, costituzione, dinamica della pre-menopausa, fattori correlati ecc
La naturopatia si occupa della persona , dell'uomo, della donna, del bambino di riappropriarsi della propria individualità e modo di manifestare un determinato squilibrio! di trovare un proprio stile di vita consono ai bisogni per vivere una vita più sana e in linea le esigenze individuali e collettive. Si perché una persoan che nn sta bene in un contesto collettivo avrà un’atteggiamento differente di quando è in salute….siete d’accordo?
Per fare questo però ci vuole conoscenza, curiosità, approfondimento.
Se alla tv mi dicono che lacticus bacillum aiuta le mie difese prima di crederci senza farmi nessuna domanda almeno mi informo…e poi scelgo in maniera consapevole cosa è meglio per me!
Oggi siamo bombardati da tante informazioni (mangia questo, pensa a quello….)quello che posso fare in questa miriade di informazioni è filtrare ciò che mi arriva.
La capacità del corpo di compensare lo stress è determinato anche dalla nostra capacità individuale di cambiare. Se sono rigido e fermo sulle mie posizioni è più facile che spezzo rispetto ad essere flessibile e capace di adattarmi.
Più mi aggrappo alle mie abitudini più farò fatica a lasciare il vecchio per il nuovo...una sorgente d'acqua ferma con il tempo stagna, l'energia è movimento continuo, più sono flessibile più mi adatto, se rimango rigido anche la mia mente lo sarà e lo saranno anche le mie ossa, i miei muscoli ecc (qui è spiegato il motivo per cui un’anziano che cade si romperà più facilemente il femore rispetto a un giovane!
La rigidità diventa fisiologica nel tempo ma con il mio atteggiamento posso anticipare questo processo o rallentarlo…dipende da come voglio essere.
Cio che voglio dirvi è che ognuno di voi può essere ciò che vuole….nella misura in cui fa la scelta giusta per il proprio benessere, ci vuole coraggio per uscire dagli schemi proprio perché oggi abbiamo perso di vista la vera natura dell’uomo trasformandoci in macchine pensanti, dimenticandoci che il corpo nn è solo fatto di carne ma anche di emozioni, e desideri che molto spesso lasciamo da parte per nn scegliere.
Noi siamo ciò che pensiamo, in base alle informazioni che riceviamo, in base alle conoscenze che ricerchiamo.
Noi siamo quello che mangiamo grazie a quello che scegliamo di introdurre nel corpo.
La salute non è un dono del cielo, ma una scelta consapevole.
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giovedì 6 febbraio 2014
ADDOMINOTERAPIA
Un pò di storia....
2) Strato profondo: è localizzato l’AMS acquisito
E' possibile praticare l'addominoterapia senza l'utilizzo degli aghi. Strumento efficace nell'immediato per risolvere squilibri di vario genere. Alcune patologie necessitano l'utilizzo dell'ago di competenza di figure professionali abilitate (medici) mentre l'addominotearapia senza aghi è praticata da professioni del settore benessere che hanno competenza della materia.
Un'attenta anamnesi permette di individuare l'origine dello squilibrio fisico. La selezione dei punti su cui lavorare avviene grazie alla diagnostica secondo medicina cinese grazie alla quale si lavora sul problema in maniera attiva da subito.
(disegni di Mara Varisco Bassi)
L’Addomino Agopuntura o
Addominopuntura è stata messa a punto circa 20 anni fa dal prof. Zhiyun Bo che
ha scoperto una mappa di nuovi punti sull’addome da utilizzare per curare
numerose patologie. I vantaggi di questa metodica risiedono nella facilità di
apprendimento e di applicazione (solo sulla parete addominale), nell’assenza di
dolore o di altre sensazioni tipiche dell’agopuntura dovute all’infissione
dell’ago, in quanto viene praticata, il più delle volte, superficialmente. È quindi una tecnica estremamente sicura,
perfettamente accettata da parte della persona e con un eccellente effetto terapeutico, molto spesso già presente dopo il primo trattamento.
Partendo dall’ipotesi che esiste un
secondo cervello localizzato a livello
enterico, essa sfrutta l’uso sia dei punti di agopuntura dei meridiani
tradizionali che di quelli extra
situati sulla parete addominale.
Può essere considerata un’integrazione tra Medicina Tradizionale Cinese
e Medicina occidentale: da una parte riprende la teoria dei meridiani e
quella degli Zang-fu (Organi-Visceri), dall’altra utilizza precisi protocolli
che le configurano ripetitività e standardizzazione accentrata nel punto
ombelicale CV 8 (centro di controllo per la ridistribuzione del sangue e del Qi
in tutto il corpo ).
Nasciamo con un tipo di costituzione che si modifica in relazione allo stile di vita |
Essa propone una nuova visione del
sistema di regolazione dei meridiani secondo la quale il cordone ombelicale e
la placenta che rappresentano il centro del sistema di regolazione fondamentale
durante la vita intrauterina, sono sostituiti, alla nascita, dall’attività
degli zang-fu la cui funzione è memorizzata nel cervello e sul sistema della parete addominale,
l’Autore ha trovato 3 strati di
profondità di penetrazione per ottenere i risultati terapeutici.
Ogni strato di penetrazione ha un
suo meccanismo funzionale e un suo meccanismo terapeutico che insieme formano
il Sistema Addomino Meridiano (AMS): ed interessa tutti gli organi viscerali
che vengono rappresentati da una mappa di ottagono “Ba Quo”.
Mappa 1 |
1) Strato superficiale: è localizzato l’AMS congenito ed
interessa le zone della testa, del tronco, degli arti superiori ed inferiori riportati su una mappa il cui disegno raffigura una "tartaruga sacra".
2) Strato profondo: è localizzato l’AMS acquisito
3) Strato intermedio: è
localizzato il Sistema meridiano classico come il sistema Jing Luo propriamente
detto; JLS interessa il
collegamento fra l’AMS congenito superficiale e l’AMS
acquisito profondo.
La distinzione fra i vari strati
dell’AMS è basata sulla clinica pratica e sull’effetto terapeutico.
Le diverse eziopatogenesi intervengono sui diversi sistemi quindi ogni strato
ha un suo meccanismo funzionale.
Trattabili con l’Addominopuntura - Addominoterapia:
APPARATO OSTEO ARTICOLARE
Cervicalgia, Torcicollo, Artrosi Cervicale, Periartrite Scapolo Omerale, Tunnel Carpale, Vertigini, Epicondilite, Dolore alla caviglia, Dorsalgia, Lombo Sciatalgia, Gonalgia e Gonartrosi, Cruralgia anteriore e laterale, Ernia del disco con irradiazione, Discopatie Multiple Scoliosi Osteoporosi, Radicolite Cervico-Dorsale.
NEUROLOGIA
Cefalea ed Emicrania, Cefalea a grappolo, Cefalea metereopatica, Sindrome Vertiginosa da insufficienza arteriosa, Herpes Zooster (fuoco di sant’antonio), Emiparesi facciale, Nevralgia del trigemino.
PNEUMOLOGIA
Tosse e Bronchite cronica, Asma
APPARATO GASTRO INTESTINALE
Ulcera peptica, Colite cronica con dolore e sensazione di gonfiore, Ulcera duodenale, Diarrea acquosa, Stipsi cronica, Eruttazioni e Rigurgiti, Colecistite, Epatopatia, Difficoltà Digestive con Stipsi, Gastrite cronica.
GINECOLOGIA
Trattamento della sterilità, Amenorrea, Dismenorrea, Ipermenorrea, Irregolarità mestruale .
APPARATO OSTEO ARTICOLARE
Cervicalgia, Torcicollo, Artrosi Cervicale, Periartrite Scapolo Omerale, Tunnel Carpale, Vertigini, Epicondilite, Dolore alla caviglia, Dorsalgia, Lombo Sciatalgia, Gonalgia e Gonartrosi, Cruralgia anteriore e laterale, Ernia del disco con irradiazione, Discopatie Multiple Scoliosi Osteoporosi, Radicolite Cervico-Dorsale.
NEUROLOGIA
Cefalea ed Emicrania, Cefalea a grappolo, Cefalea metereopatica, Sindrome Vertiginosa da insufficienza arteriosa, Herpes Zooster (fuoco di sant’antonio), Emiparesi facciale, Nevralgia del trigemino.
PNEUMOLOGIA
Tosse e Bronchite cronica, Asma
APPARATO GASTRO INTESTINALE
Ulcera peptica, Colite cronica con dolore e sensazione di gonfiore, Ulcera duodenale, Diarrea acquosa, Stipsi cronica, Eruttazioni e Rigurgiti, Colecistite, Epatopatia, Difficoltà Digestive con Stipsi, Gastrite cronica.
GINECOLOGIA
Trattamento della sterilità, Amenorrea, Dismenorrea, Ipermenorrea, Irregolarità mestruale .
ADDOMINOTERAPIA SENZA AGHI
E' possibile praticare l'addominoterapia senza l'utilizzo degli aghi. Strumento efficace nell'immediato per risolvere squilibri di vario genere. Alcune patologie necessitano l'utilizzo dell'ago di competenza di figure professionali abilitate (medici) mentre l'addominotearapia senza aghi è praticata da professioni del settore benessere che hanno competenza della materia.
Un'attenta anamnesi permette di individuare l'origine dello squilibrio fisico. La selezione dei punti su cui lavorare avviene grazie alla diagnostica secondo medicina cinese grazie alla quale si lavora sul problema in maniera attiva da subito.
MaraVB - Naturopata - attestato qualifica addominoterapia c/o
A.S.I.M.T.C. v.le Tunisia, 37 - Milano
(disegni di Mara Varisco Bassi)
sabato 1 febbraio 2014
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