mercoledì 15 novembre 2017

Fitoterapia e naturopatia


Nel mondo c'è un ordine naturale di farmacie,
poiché tutti i prati e i pascoli, tutte le montagne
e le colline sono farmacie.
(Paracelso)

Le piante officinali non solo semplici rimedi ma, dei veri individui vegetali. Tale osservazione e modalità di selezionare la pianta più adatta al caso, completano la conoscenza scientifica in merito, con la ricerca dei principi di assonanza che possono rendere questo approccio terapeutico ancora più efficace. Fitoterapia e naturopatia rappresentano quindi un perfetto connubio, grazie al quale è possibile integrare il prezioso apporto dei fitoderivati, alle altre discipline olistiche, in armonia con l'individuo e le sue peculiarità, a sostegno del proprio equilibrio dinamico, della salute e energia vitale ma soprattutto, con il fine ultimo di risvegliare il potenziale di autoguarigione che tutti possediamo.

martedì 30 maggio 2017

Narciso, molteplici sfaccettature


Narciso (Dalì)
Narciso è un personaggio della mitologia greca e cacciatore, famoso per la sua bellezza.. Un giorno lui si avvicinò a una fonte incontaminata e vide l’immagine riflessa di cui si innamorò. Nel mito appare incredibilmente crudele, in quanto disdegna ogni persona che lo ama. A seguito di una punizione divina si innamora della sua stessa immagine riflessa in uno specchio d’acqua.  Ogni volta che tentava di abbracciare o baciare quel bel fanciullo l’immagine scompariva. L’amore gli veniva concesso e negato, egli si struggeva per il dolore, ma insieme godeva del tormento ben sapendo che almeno non avrebbe tradito se stesso. Cosi morì d’inedia trasformandosi in un fiore il narciso che cresce lungo i bordi dei corsi d’acqua.(fiore bianco con la corolla rossa da cui pare si estragga un unguento la Cheronea con proprietà antiinfiammatoria, antidolorifica).

Il narciso (conosciuto scientificamente con il termine di Narcissus tazetta) è un arbusto facente parte della famiglia delle “Amaryllidaceae”. Il narcissus tazzetta fiorisce solitamente dal mese di marzo al mese di maggio, mentre nell’estremo sud da dicembre a marzo.
Proprietà curative
La maggior parte della pianta (in particolar modo il bulbo) ha proprietà analgesiche, antispasmodiche, emetiche, anticonvulsive, febbrifughe, antipiretiche. Serve per trattare ascessi, mastiti, foruncoli. Non ci sono particolari documentazioni scientifiche che confermino esattamente i costituenti del narciso; si conosce solo che è ricco di narcisina, pericolosa nell’ingestione.

Narciso e cosmesi
Nel settore della cosmesi, il bulbo può essere utilizzato per preparare delle vere e proprie creme utili per la tonificazione della propria pelle. L’olio essenziale estratto dal narciso invece, è utile per preparare degli ottimi profumi. Ovviamente è consigliabile mai esagerare con i dosaggi in quanto potrebbero presentarsi effetti non desiderabili, proprio perché è una piantagione con un considerevole tasso di tossicit.

Narciso e psiche
Il narcisismo sano
Secondo lo psichiatra e psicoanalista Kernberg il narcisismo dei pazienti affetti da disturbo narcisistico di personalità è diverso da narcisismo presente negli individui sani. Il narcisismo “sano” sarebbe un investimento su di sé misurabile sulle aspirazioni e sulle critiche che ciascuno si rivolge e sull’investimento che si è in grado di fare su ciò che è esterno e amabile per noi. In tanti presentano alcuni tratti di personalità narcisistica, ma solo se questi aspetti diventano diffusi, rigidi causano difficoltà nella vita quotidiana o malessere psicologico allora, essi configurano un disturbo narcisistico di personalità.

Disturbo narcisistico di personalità, valutazione disgnostica
Secondo il DSM IV, cioè il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (APA, 1994) chi soffre di disturbo narcisistico di personalità deve rispondere a questi aspetti:
  • sente di essere estremamente importante, ad esempio pensa di dover essere notato anche senza aver raggiunto risultato eccezionali
  • è perennemente coinvolto in fantasie di potere, fascino, bellezza o amore
  • crede di poter essere speciale e unico e di dover frequentare e poter essere capito solo da altre persone speciali o di classe elevata
  • richiede agli altri costante ammirazione
  • ha la sensazione che tutto gli sia dovuto, cioè la irragionevole aspettativa di trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative.
  • sfrutta gli altri per i suoi scopi
  • non sente le necessità e le emozioni degli altri
  • è invidioso o pensa che gli altri siano invidiosi di lui
  • ha un atteggiamento arrogante 
 (ricerca anno 2015)


venerdì 14 aprile 2017

Emotional control

Il respiro è la fonte di vita che nutre l’organismo umano. Secondo alcuni ricercatori è possibile considerare il tempo come unità di misura con cui percepire la vita; un tempo per inspirare – uno per espirare, un tempo per fare – uno per non fare, un tempo per ogni cosa scandito dal proprio ascolto interiore in modo da evitare di cadere nella meccanicità dell’atto e per meglio sfruttare le potenzialità dell’atto stesso di respirare. La respirazione pur essendo una funzione automatica del sistema parasimpatico, quando viene eseguita mediante l’uso della volontà e della concentrazione acquista un valore aggiunto per l’intero sistema corpo-mente. Con un respiro veniamo al mondo e con una espirazione lasciamo questo mondo. La fascia oraria in cui si colloca l’energia del meridiano polmone è tra le 03,00 e le 05,00, è l’ora in cui l’alba si sente arrivare ma, è ancora lontana e la luce del giorno è solo parziale. Diverse persone, in quest’orario, si svegliano e non riescono più a riprendere il sonno. Questo fatto potremmo considerarlo solo un caso ma, quando risulta ricorrente, può essere riconducibile a un sovraccarico del corpo-mente. Il polmone è il primo canale della circolazione energetica preceduto da quella del fegato. Con i polmoni possiamo assimilare l’energia aria; questo organo, tramite il respiro ci mette in contatto con l’ambiente esterno. Le fosse nasali rappresentano la principale via d'entrata e d'uscita dell'aria respirata.  Il naso la depura del pulviscolo atmosferico, tramite le vibrisse, i peli delle narici, e il muco. Inoltre, la inumidisce e la riscalda, in modo che non giunga troppo secca e fredda ai polmoni. L’emozione a cui fa riferimento la loggia metallo e cui appartengono il polmone, il grosso intestino e il naso, è la tristezza. Gli squilibri legati all’organo polmone ci suggeriscono una difficoltà nell’accogliere la vita, simbolicamente ma, anche oggettivamente. Ogni emozione necessita di essere ascoltata, rielaborata con calma per poi poter essere lasciata andare. C’è un tempo per avere paura o sentirsi in balia degli eventi e uno per diventare coraggiosi, uno per piangere e disperarsi, un tempo per ritrovare la serenità e fare la scelta più adatta. Un’emozione protratta troppo a lungo e impedisce di vedere con lucidità le situazioni e mette in squilibrio l’organo a essa collegato. Prendere distanza, anche in senso fisico, permette di osservare “il problema” sotto una luce diversa. Essere emotivi significa possedere un’inclinazione a turbarsi e agitarsi con facilità questo, da un lato comporta momenti di grande squilibrio mentre dall’altro, permette di sviluppare una grande sensibilità. Imparare l’autodisciplina emozionale contribuisce, con un necessario distacco dalle situazioni, a dare il giusto peso a ciò che accade nella nostra vita. La pratica del respiro consapevole è una tecnica antica che attualmente sta trovando sempre maggiore spazio tra le pratiche abituali di alcune persone. Alcuni studi hanno dimostrato che la respirazione può abbassare i livelli di ansia e moderare alcune manifestazioni psicosomatiche. Attualmente il Qi gong e lo yoga sono tra le discipline orientali che stanno avendo maggiore attenzione, risultando le più praticate. Un lento ma efficace ri-orientamento del pensiero occidentale anche se quello che ancora manca alla nostra cultura e che andrebbe insegnato già nei primi anni di vita e successivamente sui banchi di scuola è l’arte di imparare il controllo emotivo. Con il termine “controllo” non si intende la soppressione o l’omissione delle emozioni ma, lo sviluppo dell’autodisciplina emozionale. Quando siamo bambini ogni emozione e o situazione subitamente elaborata, può essere trasformata immediatamente. Quando diveniamo adulti le cose si complicano in quanto, a differenza della tenera età, abbiamo acquisito un bagaglio di esperienze. La leggerezza tipica della fanciullezza è quella qualità naturale che la maggior parte di noi perde con il tempo. Senza un’adeguata preparazione, quando ad esempio veniamo assaliti letteralmente dalla paura, entriamo istintivamente in panico e tendenzialmente fuggiamo o rimaniamo bloccati. Il respiro diventa affannoso, il cuore accelera con un rilascio di notevole adrenalina. In questa situazione siamo sotto stress che significa “difficoltà di adattamento agli eventi”. Questo esempio eclatante ci riconduce anche ai momenti di vita quotidiani in cui ci scopriamo ansiosi, arrabbiati o tristi, intrappolati in ciò che proviamo senza sapere come gestire noi stessi. Scegliere di fare un lavoro interiore per prendere coscienza delle limitazioni, praticare la presenza consapevole e l’auto-osservazione permette anche da adulti di agire diversamente smettendo di sentirci in balia degli eventi, riappropriandoci del nostro potere personale.