giovedì 5 maggio 2016

Il significato del nutrimento



Il significato etimologico del termine nutrire è stillare, colare. Il termine nutrire, che deriva dal latino, è riconducibile all'intento di allevare, di far crescere e coltivare. Questi significati ci riportano simbolicamente all'immagine dell'atto di una madre intenta ad allattare il proprio fanciullo.
Quando leggiamo la frase "noi siamo ciò che mangiamo" troviamo conferma di questa idea che ci viene insegnata. La madre, nel suo significato intrinseco, è colei che porta in grembo la vita, che permette la nascita, che accudisce e nutre. Durante tutta la nostra esistenza il nutrimento identifica una modalità dell'essere umano di prendersi cura del proprio sostentamento, per permettere al corpo e alla mente di avere l'energia corretta per condurre una buona vita. Dal punto di vista fisiologico la nutrizione inizia nella bocca, luogo in cui la masticazione e la saliva, ricca di enzimi, permettono di trasformare il cibo in bolo alimentare. Attraverso la faringe e l'esofago, la muscolatura e l'azione dei suoi movimenti peristaltici dirigono l'impasto passando dal cardias per raggiungere lo stomaco. Lo stomaco è una dilatazione del tubo digerente che prende la forma di un sacco.
confronto: sx stomaco dx feto
Osservando la sua forma possiamo notare che ci ricorda quella di un feto. Questa analogia tra le immagini, ci può ricondurre al processo iniziale di trasformazione che avviene nel grembo materno. Tutto ciò ha un suo tempo e un suo ritmo stabilito dalla natura.
Lo stomaco, secondo la medicina cinese, è un viscere chiamato Fu. I visceri, durante il processo digestivo, si occupano di fare un lavoro di distillazione chimico del cibo. Lo stomaco, definito "la madre dell'energia", è strettamente collegato al duodeno nel processo di corrosione degli elementi. Tutto il processo metabolico digestivo, necessita di energia per poter essere messo in atto. Ogni viscere è energia e si muove con essa. L'energia dello stomaco è "la madre dell'energia" e decide se un determinato cibo va espulso oppure no. Il cibo è energia (Gu-Qi) e unito all'energia dell'aria (Zong-Qi), origina la qualità dell'energia nutritiva (Ying-Qi), fondamentale per l’equilibrio della nostra salute. Una buona respirazione durante il pasto, unita a un'adeguata masticazione, fanno sì che ciò di cui ci nutriamo divenga di qualità. Se il compito dello stomaco è quello di decidere il tipo di cibo, quello della milza, definita “la maestra di cerimonia della digestione”, è quello di occuparsi di separare la parte essenziale degli alimenti da quella energetica. Ogni alimento possiede una parte essenziale, una energetica e una parte che andrà eliminata, tramite l'intestino crasso, nella fase finale della digestione. La parte che nutre il corpo più profondamente sarà quella che formerà lo Ying-Qi o energia nutritiva.
Un esempio che chiarifica il significato di energia nutritiva ci viene fornito quando, ad esempio, abbiamo molto appetito e subito dopo qualche boccone esordiamo con la frase: ci voleva! Questa affermazione spontanea, ci sta indicando che la nostra energia nutritiva è in salita. La medesima cosa avviene anche dopo esserci nutriti della vista di un bel quadro o dopo aver fatto qualcosa che ci soddisfa. Importante è sottolineare che, una piena soddisfazione non dà spazio per alcun senso di colpa. In un completo atto di nutrimento è racchiuso tutto ciò che ci gratifica su vari livelli. Quando siamo bambini, i nostri bisogni vengono soddisfatti da nostra madre o da chi si prende cura di noi. Quello che viene appreso durante questa fase è l’aspetto che interiorizziamo di ciò che, per ognuno di noi, significa nutrimento. Questa constatazione, pone la nostra attenzione su tutti gli squilibri che, potenzialmente si possono manifestare in un essere umano, nel corso della sua esistenza in ambito alimentare.
Il processo di crescita della specie umana, è differente da quella dei cuccioli di animali che prevede un'indipendenza alimentare più precoce rispetto alla nostra. In entrambe i casi però, sia la tipologia animale che quella umana, hanno in comune il fatto di apprendere dalla madre o da chi si occupa di allevare: cosa mangiare, come mangiare e quale aspetto della soddisfazioni attribuire alle cose. Il senso di soddisfazione che deriva da ciò che nutre, in senso ampio, ci viene insegnato secondo l'esperienza del singolo e può non essere ciò che è meglio per noi.
Ogni viscere ordinario nel processo digestivo ha un suo ruolo ben definito e un suo compito. Gli organi detti Zang, si nutrono del lavoro alchemico che i visceri compiono. Gli Zang, per risonanza, assorbono e tesaurizzano le essenze necessarie. Tutta questa elaborazione digestiva libera energie: le essenze. Le energie delle essenze nutrono gli organi e permettono al cervello di svilupparsi. Questo chiarifica l'importanza del tipo di "essenze" che si sceglie di portare all'interno del nostro corpo. La qualità delle essenze e la modalità del nostro processo alimentare spiegano il senso profondo che si cela dietro alla nutrizione: siamo ciò che mangiamo e di conseguenza siamo ciò che pensiamo. Le scelte che facciamo in merito a tutto ciò che ruota intorno al significato del nutrimento origina da quello che abbiamo appreso durante la fase di crescita.
Questa consapevolezza permette di comprendere che, le “essenze” nutrono il nostro corpo fisico e la nostra mente come è nella natura della "nostra madre dell'energia" lo stomaco, scegliere cosa è bene per noi. L'istinto primordiale, quando veniamo al mondo, non è intaccato dagli insegnamenti. L’istinto di sopravvivenza che ci guida è di natura selvaggia, ha il compito di proteggerci e di mantenerci in buona salute mentre, la nostra mente, può divenire fuorviante in quanto è addomesticabile. Ogni scelta che facciamo può essere guidata dalla nostra parte istintiva o da quella acquisita essendo, umanamente inclini, alle abitudini e all’apprendimento della gestualità.
Se ciò che sentiamo con lo stomaco è differente da ciò che abbiamo accettato di credere con la testa, questo è un buon motivo per soffermarsi e rivedere se, ciò che abbiamo definito valido, sia realmente digeribile per ognuno di noi.


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