venerdì 18 maggio 2012

Dolcificanti prodotti in Natura



In natura sono presenti dolcificanti che
contengono e conservano inalterato
l’equilibrio di sostanze come:
oligoelementi, vitamine, enzimi e minerali


Questo equilibrio viene compromesso nei dolcificanti raffinati, come lo “zucchero bianco” che, nel processo di raffinazione viene privato di tali principi nutritivi.
Oligoelementi, Vitamine, Enzimi e Minerali, preziose sostanze contenute nei dolcificanti prodotti secondo natura, permettono una miglior modulazione nell'assorbimento e nei processi digestivi e metabolici.
Nei dolcificanti artificiali queste sostanze sono del tutto assenti.

L'esigenza di “dolcificare” resta comunque estranea alla natura dell'uomo la cui fisiologia mal sopporta i carichi di zuccheri introdotti con le più diffuse abitudini alimentari.
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La digestione degli zuccheri:

I monosaccaridi (glucosio/zuccheri semplici), vengono assorbiti dall’intestino e convogliati nel fegato che ne regola il metabolismo. Quando il glucosio nel fegato è in eccesso questo lo trasforma in “glicogeno”, “deposito” energetico d’emergenza. Quando i depositi epatici di glicogeno raggiungono la saturazione, quello in eccesso viene convertito in “acidi grassi e trigliceridi”, per poi essere immagazzinato come “tessuto adiposo”.  Il livello di glucosio nel sangue viene regolato da ormoni pancreatici: l’insulina e il glucagone oltre che dall’adrenalina e la somatostatina. L’insulina si occupa del passaggio del glucosio all’interno delle cellule. Nel caso in cui c’è insufficiente glucosio nel sangue (ipoglicemia), l’adrenalina e il glucagone sono gli artefici della riconversione del glicogeno, depositato nel fegato, in glucosio che viene immesso nella circolazione. La regolazione del metabolismo del glucosio è influenzata dal Fattore di Tolleranza al Glucosio (GTF) che stimola e migliora le funzioni dell’insulina. Il GTF è una molecola formata da “cromo trivalente”:
Niacina (vit B3)
+ 3 aminoacidi:
- Glicina
- Cisteina
- Acido glutamminico
Il GTF funge da “punto di contatto” tra l’insulina e la cellula, di conseguenza la carenza di uno dei nutrienti sopracitati può gravemente influenzare il metabolismo del glucosio. L’alimentazione e lo stile di vita di oggi tendono a provocare carenze di “cromo” direttamente collegato all’inorgenza di diabete non insulino-dipendente e ai disturbi di ipoglicemia.
I nutrienti necessari al metabolismo dei carboidrati o glucidi sono : il cromo (lievito, cereali integrali) indispensabile per una corretta produzione e secrezione di insulina, zinco che attiva enzimi per il metabolismo dei carboidrati, magnesio indispensabile per il metabolismo del glucosio nella cellula (ciclo di Kreb), manganese che è un possibile sostituto del magnesio in caso di carenza, ferro che è in grado di entrare nella fosforilasi ossidativa, Vit B1, B9, B3, B2, biotina e B5
I fattori che influiscono negativamente sul metabolismo dei carboidrati sono:
-        il consumo di caffè e tabacco che provocano la secrezione di adrenalina innalzando il livello della glicemia
-        il consumo di alcool che danneggia il fegato e “consuma” Vit B3 influenzando il metabolismo epatico dei carboidrati
-        il consumo di dolci, bibite gassate dolci, carboidrati raffinati perché il loro apporto di zuccheri è troppo concentrato con conseguente consumo eccessivo di nutrienti per il loro stesso metabolismo

Le azioni dei carboidrati sono molteplici:
Nel Fegato – sono fonte di energia
Sul Sistema nervoso – perché è estremamente dipendente dal glucosio (in caso di ipoglicemia prolungata si hanno danni cerebrali)
Nell’intestino – trattengono l’acqua contribuendo a formare le feci, eliminando tossine e patogeni, mantenendo la flora batterica intatta
In tutte le cellule – i carboidrati sono importanti per la produzione di energia.
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Riepilogando brevemente si tratta di Rieducare il palato alle infinite sfumature di dolce presenti nei “prodotti della terra”.
Un primo approccio alla modificazione delle abitudini alimentari può essere rappresentato dalla sostituzione di dolcificanti artificiali con quelli proposti dalla natura.
Eliminare lo zucchero bianco però, non significa solo comprare ad esempio quello di canna integrale ma, indagare le “etichette ingredienti” che riguardano tutti i prodotti industriali: merende, biscotti, torte, prodotti  da forno confezionati ecc…sono una fonte nascosta di zuccheri raffinati introdotti nel corpo!!!


Dolcificanti prodotti in Natura:
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Malto d’orzo

Si prepara a partire dall’orzo.
Dopo qualche giorno inizia la germinazione, che dà luogo alla formazione di amilasi, enzima che inizia a digerire gli amidi del cereale, trasformandoli in zuccheri più semplici. Al momento giusto, l’essiccazione mette fine a questo processo enzimatico; il malto ottenuto è macinato e diluito con acqua di sorgente per ottenere un impasto che si riscalda. L’amido disponibile è convertito in zucchero (gli enzimi non vengono distrutti). La massa scolata diviene uno sciroppo denso e dolce. Dal gusto gradevole e dall'alto potere dolcificante. Utile per dolcificare il latte animale e vegetale, tisane e the. Può essere usato così com'è su fette biscottate e pane o essere disciolto nello yogurt.
Il malto d’orzo contiene maltosio (60%), destrine (10-15%), aminoacidi (4-5%), sali minerali (1-1,5% - proteine e minerali come potassio, sodio e magnesio).
E’ un dolcificante concentrato che è ben tollerato anche dai diabetici e dai malati.

Malto di riso

Il malto di riso si ottiene aggiungendo orzo germinato (malto) al riso cotto a vapore. Gli enzimi prodotti dall’orzo germinato operano lo stesso processo di trasformazione degli amidi anche con il riso.
Il malto di riso (sciroppo denso e dolce) ha un gusto leggermente caramellato, più dolce e più delicato rispetto al malto d’orzo; ha un colore ambrato. Contiene zuccheri complessi che si trasformano lentamente in zuccheri semplici.
E’ un dolcificante che può essere dato con la massima tranquillità, di tanto in tanto, a quei bambini che stentano a crescere. In cucina si usa per dolcificare torte, creme e bevande oppure per farne tartine con pane integrale o gallette di riso.

Malto di mais

Da non confondere con lo sciroppo di mais ottenuto con procedimenti chimici.
Il malto di mais non industriale è ottenuto dalla maltizzazione* del mais con orzo germinato. Gli enzimi dell’orzo riducono gli amidi del mais a glucosio, dando uno sciroppo più chiaro e più dolce ancora di quello del riso.
(* processo biochimico che conduce alla produzione del malto, a partire da un assegnato cereale)
Lo sciroppo ottenuto ha una resa maggiore e quindi un costo minoreJ
Al malto di mais possono venire aggiunte anche piccole quantità (15-20% circa) di succhi di frutta varia, ottenendo così sciroppi dal delizioso e gradevole sapore di frutta che possono costituire una ottima alternativa alle marmellate industriali.

Melassa

La melassa è uno sciroppo che non cristallizza. Ricco di saccarosio per il 50% e di altri zuccheri per il 25%. Contiene alcune vitamine, acido fosforico e potassio. La melassa è un sottoprodotto, determinato dalla lavorazione dello zucchero di canna o della barbabietola. La melassa di barbabietola è decisamente più dolce e ricca di saccarosio, benché sia meno calorica. E’ un’alternativa “dolce” allo zucchero.

Succo D'Agave

Nei negozi bio è anche sotto il nome di “miele d'agave”.
Si tratta della linfa dell’agave, una pianta messicana. E’ un dolcificante naturale ed è ricco di sali minerali ed oligominerali. L'alta presenza di fruttosio lo rende un dolcificante naturale usato in diverse cucine tradizionali. Lo sciroppo d’agave è un dolcificante completamente naturale con un impatto glicemico molto inferiore al saccarosio (il comune zucchero) ed al miele.

Sciroppo D'Acero

Lo sciroppo d’acero contiene saccarosio, potassio, alcune vitamine di tipo B, calcio e dolcifica più dello zucchero raffinato. Si estrae dall’acero, una pianta che produce una linfa molto chiara e dolce. Ideale infatti per torte ed altri dolci. Privo di retrogusto è “una valida alternativa allo zucchero nelle bevande”. E' un dolcificante di antichissima origine ed uno dei pochi estratti direttamente da un albero. Diffuso sia nei negozi biologici che tradizionali come dolcificante naturale.

Amasake

Si ottiene dalla fermentazione del riso. E’ una pasta beige dal sapore molto dolce e delicato. L'amasake può essere anche preparato direttamente a casa, partendo dalla lavorazione del riso. Ideale per gli sportivi, da consumarsi così com'è o in dolci e dessert. E’ un dolcificante naturale che può essere sciolto in bevande calde o fredde.

Stevia

La stevia è una pianta largamente usata in Sud America come dolcificante naturale. Ha un’elevata presenza di saccarosio. Non si discioglie nei liquidi sotto forma di foglie, ma sul mercato è possibile reperire la “polvere di stevia”. Può essere usata per le torte, per dolcificare.

Miele

Le proprietà nutritive del miele sono conosciute dai più. Non è adatto alle torte, se non a fine cottura, perché in forno se cucinato perde il suo sapore dolce, diventando amarognolo. Contiene maltosio, saccarosio, glucosio, fruttosio e destrosio, assimilati lentamente e metabolizzati in modo differente rispetto allo zucchero raffinato.
Il miele è un ottimo sostitutivo dello zucchero, anzi è consigliato con tisane, the e camomilla. Nelle bevande o sul pane è un ottimo energetico naturale.

Zucchero di canna integrale

Lo zucchero di canna integrale contiene molto meno saccarosio dello zucchero raffinato (intorno al 99,9 %) ed allo zucchero di canna raffinato (99,2 %). Contiene infatti circa l' 80% di saccarosio, circa 7% di glucosio e 7% di fruttosio, alcuni sali minerali in quantità e vitamine. Ha un sapore dolce e forte, con un retrogusto piacevole di liquirizia. Si presenta non cristallino ma come una pasta dalla consistenza morbida ed umida.

Fruttosio (o levulosio)

E’ lo zucchero della frutta, spesso presente nelle bevande.
Presenta un basso potere cariogeno, ossia non favorisce l'insorgenza di carie dentali. Fornisce circa 20 calorie in un cucchiaino. Ha un potere di dolcificare 1,5 volte superiore a quello dello zucchero. L’assunzione di fruttosio non influisce sui valori dell’insulina se non supera la quantità di 40 grammi al giorno. Altrimenti viene trasformato in glucosio, per cui può contribuire a far aumentare i livelli di glicemia nel sangue. Per questo motivo, specie le persone diabetiche non devono oltrepassare questa dose massima giornaliera. In questo calcolo va tenuta presente non solo la quantità di fruttosio che si aggiunge agli alimenti o alle bevande, ma anche la quota già presente nei cibi specifici per diabetici, spesso molto elevata o in altri che si acquistano già pronti. Spesso sono ricchi di fruttosio anche i succhi di frutta. In quantità elevate questo ingrediente può causare diarrea, dolori addominali e flatulenza. Trattandosi di una sostanza naturale, è perfettamente innocua (motivo per cui non è stata stabilita la DGA, ossia la dose giornaliera garantita), ma deve essere usato con precauzione nelle persone con alterata funzione renale e gravi disturbi al fegato.

NB
Miele, fruttosio o melassa sono da utilizzare con parsimonia in quanto alla lunga pesanti per il pancreas, organo assai delicato, responsabile di importantissime funzioni metaboliche.


lunedì 7 maggio 2012

INTOLLERANZE ALIMENTARI


“Noi siamo ciò che mangiamo”

Il cibo è la nostra fonte di energia e nutrimento per il benessere fisico e per il mantenimento fisiologico funzionale di organi e apparati.
Spesso uno scorretto o inadeguato apporto alimentare è l’origine di disturbi fisici: stanchezza, gonfiore, mal di testa, sfoghi cutanei..... sono alcuni dei disagi che possono essere indice di intolleranze alimentare.






Intolleranza alimentare ed allergia sono due cose differenti!!!!

Le allergie sono fenomeni immunitari che compaiono in un brevissimo tempo dall’assunzione di un cibo particolare mentre, le intolleranze, dipendono da un progressivo accumulo di sostanze infiammatorie (tossine) nel nostro organismo ed hanno un tempo di reazione più lungo.


Per le intolleranze esiste, infatti, un “livello soglia” superato il quale si manifesta il disturbo fisico.




Una dieta monotona e ripetitiva predispone più facilmente a un’intolleranza
Assumere tendenzialmente cibi raffinati, prodotti conservati o precotti costituisce nel tempo un’aumento del tasso tossinico introdotto nel corpo. Un’altra delle motivazioni è la diversa funzionalità e costituzione della persona a determinare lo squilibrio, ulteriormente aggravato da una scelta poco idonea del tipo di alimento.
Il test delle intolleranze alimentari è indolore e non invasivo.
La seduta si svolge in un ora e trenta circa.
Al termine del test è possibile definire una strategia di comportamento nutrizionale con lo scopo di superare o evitare le intolleranze e i suoi effetti.
Viene rilasciato il risultato del test.

info prenotazione 
maravb71gmail.com
347 5082342

martedì 1 maggio 2012

SCATOLE IN LEGNO PER TEST

 Versione 2016 con gancio chiusura a pressione
2012
Scatole in legno per condurre l'esame da Naturopata
o per testare le Intolleranze alimentari metodo kinesiologico SIMO

Costruite con metodo artigianale, la struttura è composta da una base con sponde laterali su cui è applicato un livello con dei fori dove inserire le fialette. 

Il Kit esame Naturopata prevede 200 fori pari a 200 fialette test.
Il Kit per testare le intolleranze alimentari prevede 250 fori. (foto in basso)


La scatola è completa di coperchio con ganci per chiudere in modo da permettere un trasporto sicuro e protetto dalla polvere.
Le scatole in legno si possono avere sia neutre con una mano di vernice all'acqua protettiva oppure trattatata con colori acrilici. 
2016 versione colore con gancio a pressione

Il lavoro viene ultimato con una vernice protettiva per legno.
info&prenotazioni Mara 347.5082342

AURICOLOTERAPIA un valido supporto terapeutico

L'auricoloterapia è un metodo che consiste nell'eccitare determinati punti dell'orecchio tramite stimolazioni (massaggi, semi di vaccaria o magnetici).

L'obiettivo è di ottenere un miglioramento dei dolori o la correzione di disturbi funzionali o organici.
L'auricoloterapia ha una origine antichissima, in un testo classico cinese di oltre duemila anni fa "Neji
Jing" si parla del rapporto fra orecchio ed organi interni.

Negli anni cinquanta viene introdotta in Occidente dal francese Nogier che elaborò una mappa topografica delle zone riflesse sull'orecchio.
L'orecchio è collegato al cervello tramite una rete di molteplici innervazioni; ogni punto del padiglione forma un minuscolo complesso neurovascolare, attraverso il quale avviene un continuo scambio di informazioni tra orecchio, cervello e organi.


La mappa dell'orecchio ha l’immagine di un feto capovolto in posizione raccolta.

Sondando il padiglione con un cercapunti, se questi sono dolorosi alla pressione questo indica uno squilibrio degli organi corrispondenti.

L'auricoloterapia è efficace in caso di:

- dolori articolari, lombari, cervicali, dorsali

- nelle patologie dolorose acute come strappi muscolari, sciatica, coliche epatiche e renali, cefalea, traumi.

Viene applicata anche per curare disturbi mestruali, digestivi, insonnia, problemi dermatologici, stati di ansia e stress. Una nota applicazione dell'auricoloterapia è conosciuta come la "cura antifumo", che se correttamente eseguita può vantare una buona percentuale di successi.

L'auricoloterapia è controindicata in caso di:  
- patologie infiammatorie dell'orecchio e infezioni in corso
- sconsigliata durante la gravidanza 
- se il soggetto da trattare fa uso di psicofarmaci