venerdì 14 aprile 2017

Emotional control

Il respiro è la fonte di vita che nutre l’organismo umano. Secondo alcuni ricercatori è possibile considerare il tempo come unità di misura con cui percepire la vita; un tempo per inspirare – uno per espirare, un tempo per fare – uno per non fare, un tempo per ogni cosa scandito dal proprio ascolto interiore in modo da evitare di cadere nella meccanicità dell’atto e per meglio sfruttare le potenzialità dell’atto stesso di respirare. La respirazione pur essendo una funzione automatica del sistema parasimpatico, quando viene eseguita mediante l’uso della volontà e della concentrazione acquista un valore aggiunto per l’intero sistema corpo-mente. Con un respiro veniamo al mondo e con una espirazione lasciamo questo mondo. La fascia oraria in cui si colloca l’energia del meridiano polmone è tra le 03,00 e le 05,00, è l’ora in cui l’alba si sente arrivare ma, è ancora lontana e la luce del giorno è solo parziale. Diverse persone, in quest’orario, si svegliano e non riescono più a riprendere il sonno. Questo fatto potremmo considerarlo solo un caso ma, quando risulta ricorrente, può essere riconducibile a un sovraccarico del corpo-mente. Il polmone è il primo canale della circolazione energetica preceduto da quella del fegato. Con i polmoni possiamo assimilare l’energia aria; questo organo, tramite il respiro ci mette in contatto con l’ambiente esterno. Le fosse nasali rappresentano la principale via d'entrata e d'uscita dell'aria respirata.  Il naso la depura del pulviscolo atmosferico, tramite le vibrisse, i peli delle narici, e il muco. Inoltre, la inumidisce e la riscalda, in modo che non giunga troppo secca e fredda ai polmoni. L’emozione a cui fa riferimento la loggia metallo e cui appartengono il polmone, il grosso intestino e il naso, è la tristezza. Gli squilibri legati all’organo polmone ci suggeriscono una difficoltà nell’accogliere la vita, simbolicamente ma, anche oggettivamente. Ogni emozione necessita di essere ascoltata, rielaborata con calma per poi poter essere lasciata andare. C’è un tempo per avere paura o sentirsi in balia degli eventi e uno per diventare coraggiosi, uno per piangere e disperarsi, un tempo per ritrovare la serenità e fare la scelta più adatta. Un’emozione protratta troppo a lungo e impedisce di vedere con lucidità le situazioni e mette in squilibrio l’organo a essa collegato. Prendere distanza, anche in senso fisico, permette di osservare “il problema” sotto una luce diversa. Essere emotivi significa possedere un’inclinazione a turbarsi e agitarsi con facilità questo, da un lato comporta momenti di grande squilibrio mentre dall’altro, permette di sviluppare una grande sensibilità. Imparare l’autodisciplina emozionale contribuisce, con un necessario distacco dalle situazioni, a dare il giusto peso a ciò che accade nella nostra vita. La pratica del respiro consapevole è una tecnica antica che attualmente sta trovando sempre maggiore spazio tra le pratiche abituali di alcune persone. Alcuni studi hanno dimostrato che la respirazione può abbassare i livelli di ansia e moderare alcune manifestazioni psicosomatiche. Attualmente il Qi gong e lo yoga sono tra le discipline orientali che stanno avendo maggiore attenzione, risultando le più praticate. Un lento ma efficace ri-orientamento del pensiero occidentale anche se quello che ancora manca alla nostra cultura e che andrebbe insegnato già nei primi anni di vita e successivamente sui banchi di scuola è l’arte di imparare il controllo emotivo. Con il termine “controllo” non si intende la soppressione o l’omissione delle emozioni ma, lo sviluppo dell’autodisciplina emozionale. Quando siamo bambini ogni emozione e o situazione subitamente elaborata, può essere trasformata immediatamente. Quando diveniamo adulti le cose si complicano in quanto, a differenza della tenera età, abbiamo acquisito un bagaglio di esperienze. La leggerezza tipica della fanciullezza è quella qualità naturale che la maggior parte di noi perde con il tempo. Senza un’adeguata preparazione, quando ad esempio veniamo assaliti letteralmente dalla paura, entriamo istintivamente in panico e tendenzialmente fuggiamo o rimaniamo bloccati. Il respiro diventa affannoso, il cuore accelera con un rilascio di notevole adrenalina. In questa situazione siamo sotto stress che significa “difficoltà di adattamento agli eventi”. Questo esempio eclatante ci riconduce anche ai momenti di vita quotidiani in cui ci scopriamo ansiosi, arrabbiati o tristi, intrappolati in ciò che proviamo senza sapere come gestire noi stessi. Scegliere di fare un lavoro interiore per prendere coscienza delle limitazioni, praticare la presenza consapevole e l’auto-osservazione permette anche da adulti di agire diversamente smettendo di sentirci in balia degli eventi, riappropriandoci del nostro potere personale.