mercoledì 18 luglio 2012

Preven-Azione



Quanto siamo affezionati al nostro malessere?

In che modo possiamo re-agire di fronte a un problema?
Possiamo trovare chi lo affronta cercando di individuare le cause per poi muoversi operando una valutazione dei pro e dei contro.
Chi evita il problema procrastinando ogni decisione.
Chi sottovaluta la cosa per inesperienza o chi sceglie di imparare a convivere con esso.
Come mai quando acquistiamo una vettura ci preoccupiamo di fare il tagliando con costanza, mentre al benessere del corpo ci pensiamo solo quando stiamo male? Come mai è più importante andare dal parrucchiere o in palestra per apparire bene, mentre si accetta come normale avere i dolori alla schiena, il mal di stomaco, di testa o quant'altro?
Se lavorare ci permette di vivere una vita dignitosa, di avere un posto caldo dove abitare, di nutrirci per acquisire una certa stabilità; allo stesso modo abitare un corpo in salute ci permette di vivere con qualità, di essere sereni e di godere di tutte le possibilità che la vita può offrirci. Quando stiamo male non abbiamo voglia di sorridere, di andare a quella gita o di partecipare a quell'evento mondano e neppure di occuparci della nostra casa e delle persone che amiamo ma, soprattutto perdiamo la voglia di accudire noi stessi! In linea generale, siamo a conoscenza del fatto che il nostro corpo possiede una sua costituzione di base che lo predispone, oppure no, ad avere sensibilità per alcune patologie. Il termine ereditarietà di cui spesso si sente parlare, è una delle spiegazioni che ci viene fornita quando siamo soggetti a un qualcosa che, anche con gli esami più approfonditi, non si è stati in grado di decifrare. Quanto è importante cercare una spiegazione razionale al nostro malessere se poi non facciamo nulla per lavorare sulle cause. Quanto conta dare un nome a una malattia, se non andiamo alla ricerca delle possibilità per stare meglio.
Se veniamo indotti ad acquisire l’informazione che la predisposizione può essere ereditata a livello genetico, è altrettanto importante considerare che per attecchire, la malattia deve trovare un terreno fertile. Un terreno fertile corrisponde a uno stile di vita inadeguato che, nel tempo, può indurre una persona ad ammalarsi. Un dubbio che sorge spontaneo è come mai solo alcuni soggetti manifestano familiarità con una patologia mentre ad altri, appartenenti allo stesso nucleo familiare, nel corso della loro vita questo non accade.
Secondo la Medicina cinese l'energia vitale innata o Yuan Qi, ci permette di avere un potenziale che unito all'energia difensiva Wei Qi, contribuisce a contrastare i patogeni e di adattarci alle variazioni climatiche. Se il corpo è in energia si crea una barriera difficile da valicare mentre, se ci sono dispersioni di Qi siamo più vulnerabili e di conseguenza, inclini alla malattia. Stiamo parlando di equilibrio (energia corretta – Zheng Qi) e di squilibrio (energia scorretta – Sindromi da deficit), due aspetti opposti ma complementari del concetto di salute. In condizioni di equilibrio la funzionalità degli organi e degli apparati è bilanciata dalla capacità innata del corpo di adattarsi, denominata “omeostasi”. Questo equilibrio non è statico ma, in costante movimento come l’energia, il Qi. Quando ci troviamo in presenza di squilibrio questo indica che la nostra energia vitale e di conseguenza il sistema immunitario, non sono stati in grado di contrastare il patogeno o l'evento climatico freddo, caldo, umido, secco o ventoso. Nonostante il raffreddore ad esempio si manifesta con sintomi a noi tutti conosciuti, la sua origine ha motivazioni, decorso e cause differenti. Anche se il termine raffreddore si associa all'immagine di un naso colante o con difficoltà a respirare (Zong Qi - energia pettorale), al mal di testa o di gola e alla debolezza generale, queste sue varianti si combinano sempre in modi differenti. Ogni individuo mette in atto il processo di guarigione secondo la propria natura e capacità individuale, secondo il proprio ritmo con il contributo anche della propria forma-pensiero. Le re-azioni al problema, come dicevamo all’inizio, possono essere molteplici: quella di sperare che passi da solo senza fare nulla, di decidere di abusare di farmaci
perché "non ci si può permettere di stare a casa" o di chi sceglie di prendersi il tempo necessario perchè il raffreddore svolga il suo decorso, magari aiutandosi con i mezzi che la medicina integrata mette a disposizione. Fare prevenzione è la parola chiave per chi sceglie di vivere una vita piena, alleggerita da eccessi o da sovraccarichi di tossine. Con il termine prevenzione, non si intende fare una puntura anti-influenzale e neppure limitarsi a degli esami periodici o prepararsi, solo all'occorrenza, una spremuta d'arancia ma, è scegliere di mettere il proprio corpo nella condizione di acquisire la forza per affrontare con una maggiore capacità di adattamento le alterazioni funzionali del corpo che possono accadere nel corso della vita. Una preven-azione ha come obiettivo il mantenimento dell’equilibrio dell'omeostasi del corpo necessario per vivere in armonia con gli eventi esterni ma, anche e soprattutto con quelli interni. Tendenzialmente ci occupiamo del benessere del corpo solo quando siamo afflitti da qualcosa. Orientativamente ci affidiamo al tempo perché i sintomi perdano di intensità o, come naturalmente accade, che si spostino altrove perché c'è in ogni caso l'esigenza, da parte dell'organismo, di eliminare la tossicità; troppo spesso utilizziamo i medicinali in eccesso per togliere ciò che ci crea fastidio. Il dolore, la febbre, il malessere….sono solo da considerare come un fastidio o è semplicemente il nostro corpo che cerca di inviarci dei segnali per informarci che qualcosa non va. Con la ripresa della filosofia olistica che si rifà ai concetti ad esempio di Sebastian Kneipp nei primi del 900 ma anche prima, abbiamo riconsiderato l'uomo come unità indissolubile di anima e corpo. Secondo il pensiero di Kneipp per migliorare la resistenza dell'organismo e la capacità di adattamento alle differenti esigenze della vita è necessario cercare l'armonizzazione di tutte le funzioni fisiche, intellettuali e spirituali. Partendo da questa idea, appare più chiaro che il sintomo che il corpo nella sua unità manifesta è un modo per comunicare che uno squilibrio è in atto e che i suoi messaggi sono sempre veritieri. Questa affermazione ci stimola a riflettere sull'importanza dell'ascolto di noi stessi, a smettere di sottovalutare o ancor peggio, eliminare quest'importante canale di comunicazione, evitando così di creare un terreno con la tendenza alla cronicizzazione. Una disfunzione curata con i giusti tempi, troverebbe una soluzione adeguata senza conseguenze negative. Quando parliamo di ricaduta significa che in realtà, il corpo non è stato sanato come necessario e che il problema è ancora presente nell'organismo. Ne consegue uno spiacevole risvolto di questo scompenso non considerato che ci ha fatto perdere energia vitale senza alcuna utilità. Se l'uso di antibiotici toglie da un lato i sintomi, come tutti noi sappiamo, al contempo intossica l'intero sistema inibendo inoltre la risposta immunitaria che l'essere umano usa come scudo per reagire. La febbre è uno tra gli strumenti che il corpo utilizza per portare fuori l'infiammazione, di conseguenza il suo abbassamento forzato blocca il processo naturale che invece andrebbe modulato evitando così l'indebolimento dell'intero organismo. L'intestino è bersaglio costante degli effetti collaterali di antibiotici, di antinfiammatori e di alimentazioni errate che agiscono sulla nostra flora simbionte fino a renderla inattiva. Il corpo è energia in parte densa e in parte rarefatta, ha un suo ritmo come il cuore, il respiro e il flusso del sangue; tutto dentro e fuori a noi esiste secondo un ritmo come il giorno che subentra alla notte. L'uomo è parte di questo contesto. La perdita di ogni ritmo origina squilibrio e se protratto troppo a lungo nel tempo causa la privazione della salute. Quando tutto scorre secondo un ritmo equilibrato e armonico, quando tutto fluisce tra le parti del corpo e quelle della nostra mente, siamo in salute e non abbiamo bisogno di manifestare alcuna malattia.